giovedì, Gennaio 16, 2025

Il coach di Fortnite che aiuta i teenagers a diventare milionari

Fortinite è ormai divenuto un fenomeno culturale. Questo videogioco ha raggiunto un livello di notorietà inaudito non solo in America. Ma in tutto il mondo, grazie agli streamers, alle comunità online ed alla sua versione mobile, Fortnite ha dato vita ad una serie di tornei e competizioni con montepremi milionari. Diventando così per alcuni giovani una fonte di reddito, di guadagno, un vero e proprio lavoro. Fortnite è divenuto un eSport a tutti gli effetti. Vista l’enorme base di utenza ha portato con sé una serie di professionalità parallele che coadiuvano e supportano il giocatore, tra le quali quella del coach.

Una immagine in gioco di Fortnite dove il giocatore sta costruendo il proprio bastione difensivo
Fortnite è un gioco dove non si combatte e basta, ma dove si costruisce e si interagisce attivamente con il mondo di gioco creando così diversivi e tattiche

Questo non è più un semplice videogioco

Come accaduto per molti sport e giochi, l’avvento di sponsor, attività parallele e vaste comunità offline e online, ha portato molti di essi ad avere dei giocatori o squadre di livello professionistico. Pagati per partecipare a tornei, per essere i migliori, per elevare il gioco analizzando ogni dinamica, ogni strategia possibilie. Spingendo in questo modo altri giocatori ad emulare i più forti e provare a giocare in maniera più efficace, più vincente.

Fortnite non è da meno, anzi è probabilmente l’esempio più calzante di questo fenomeno. Visto l’infinito numero di situazioni da fronteggiare per un player e il gran numero di strategie e tattiche da implementare lungo l’intero arco di una partita. Tra risorse da accumulare, bastioni da costruire e combattimenti da affrontare, questa tipologia di gioco chiamata in gergo Battle Royale. Ovvero un più italiano tutti contro tutti, permette a 100 giocatori di sfidarsi online in contemporanea. Il vincitore sarà l’ultimo giocatore o l’ultima squadra, a non essere stata eliminata.

Fortnite, un gioco di grande abilità…

Fortnite richiede ad ogni giocatore una notevole coordinazione e riflessi nel gestire il joypad, ma anche una pianificazione tattica certosina, nonché un rapidissimo decision making process durante le frenetiche azioni di gioco. Proprio per questo come in ogni sport, o a questo punto ogni eSports, che si rispetti, c’è bisogno di esperti, di coach, che permettano un miglioramento. Una analisi accurata del proprio stile di gioco e siano anche un supporto motivazionale. Infatti vista la giovane età media dei giocatori, nei momenti più duri le sconfitte o i risultati negativi possono far venir meno la sicurezza nelle proprie capacità e portare alla rinuncia.

Hugh Gilmour è il coach di Fortnite più conosciuto al mondo
Hugh Gilmour il diciannovenne inglese che aiuta i giocatori di Fortnite a migliorare le loro performance

Il coach di Fortnite più conosciuto…

Hugh Gilmour, online conosciuto come Destiny Jesus, è un ragazzo inglese di 19 anni. Era un giocatore competitivo di Fortnite e la sua ambizione era quella di diventare un professionista. Ma alcuni risultati non eccellenti e soprattutto la mancata qualificazione alla Fortnite World Cup di un anno fa, lo hanno portato ad intraprendere la carriera di coach.

Dal 2018 ha portato alla vittoria diversi players ormai nella leggenda, tra cui l’ultimo vincitore della Fortnite World Cup di poche settimane fa, per un montepremi totale e tuttora in ascesa di più di 5 milioni di dollari. Hugh non chiede una percentuale sulle vittorie raggiunte, si è dato un costo orario di 120 dollari all’ora. A lui sta bene così, anche se altri coach le cui tariffe sono ben più alte stabiliscono anche una percentuale in caso di vincita.

Cosa fa Destiny…

Destiny ha dichiarato ai microfoni della BBC come il suo sia un lavoro full time a tutti gli effetti. Utilizzando il proprio computer, rigorosamente da remoto tramite la piattaforma digitale discord, raggiunge i giocatori di tutto il mondo. In ogni sessione, non solo sviluppa tattiche ad hoc per ogni suo assistito e analizza i video di centinaia di partite. Ma aiuta i giocatori a raggiungere quella concentrazione mentale, a suo dire fondamentale, nelle prime fasi di gioco. Dove le scelte effettuate condizionano enormemente lo sviluppo dell’intera partita.

Così nonostante questo videogioco, non tenda alla simulazione della realtà, ma ne crei una virtuale, per giunta in stile cartoon, è riuscito a creare un indotto multimilionario. Dove non stupisce trovare figure come quella di Hugh Gilmour. In grado di crearsi una loro professionalità non guardando ad un videogioco come una semplice forma di intrattenimento, bensì come un lavoro. Nel quale ogni partita, ogni match, vengono privati dei loro aspetti ludici, per essere analizzati e vivisezionati come una potenziale fonte di guadagno.  

Francesco Plaino
Francesco Plainohttp://www.bloggincoach.it
Libero pensatore a tempo pieno. Quando non mi trovo a vagare tra i miei pensieri, mi occupo di formazione finanziata e aziendale, di coaching e ultimamente mi sto interessando al content writing e indirettamente a tutto ciò che contiene parole.

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