Il capolavoro del pittore inglese Reynolds acquisito dalla National Portrait Gallery

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L’acquisizione del Ritratto di Mai (Omai), il dipinto del pittore britannico Joshua Reynolds, ha mobilitato la National Portrait Gallery (NPG). Il museo pubblico londinese ha raccolto 25 milioni di sterline insieme ad altre istituzioni culturali come il National Heritage Memorial Fund, l’Art Fund e il Getty museum negli Stati Uniti. L’opera è stata acquistata per 50 milioni di sterline (56,4 milioni di euro).

Il ritratto raffigura un ragazzo polinesiano a grandezza naturale di nome Mai (noto anche come Omai), scalzo e con un turbante bianco e un abito di ispirazione orientale. È considerato una delle opere principali di Joshua Reynolds, di cui quest’anno si celebra il 300° compleanno. Il direttore del NPG, Nicholas Cullinan, ha dichiarato che si tratta dell’acquisizione “di gran lunga più importante” effettuata dal museo.

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Il giovane, incontrato dagli esploratori su un’isola vicino a Tahiti e riportato in Inghilterra nel 1774 dall’esploratore James Cook, aveva fatto scalpore. Trascorse tre anni a Londra, dove incontrò il re Giorgio III, che lo invitò alla grande cerimonia di apertura della sessione del Parlamento, e partecipò a serate letterarie. Tornò infine in patria nel 1777.

Considerato l’archetipo del “nobile selvaggio” nella Gran Bretagna del XVII secolo, il dipinto era il fulcro della “Reynolds Room” del Castello di Howard, che dagli anni Novanta del XVII secolo è nelle mani dei Conti di Carlisle.

Sarà esposto al pubblico nel giugno 2023


Nel 2001, il dipinto è stato acquistato all’asta da un mercante d’arte londinese per oltre 10 milioni di sterline (16,5 milioni di euro). Il Ritratto di Mai (Omai) sarà esposto al pubblico dal 22 giugno, quando la National Portrait Gallery riaprirà i battenti dopo tre anni di lavori.

L’opera sarà esposta “periodicamente” anche negli Stati Uniti a partire dal 2026, hanno dichiarato la NPG e il Getty Museum. In precedenza il governo aveva vietato al dipinto di lasciare il Regno Unito, affermando che era “inestricabilmente legato ai grandi viaggi di esplorazione e scoperta del Paese”. Gli storici britannici avevano sostenuto che l’acquisizione del Ritratto di Mai (Omai) avrebbe potuto aiutare il Regno Unito a “studiare il proprio passato e a capire chi siamo come nazione”. Negli ultimi anni, il Paese ha fatto sempre più i conti con il suo passato coloniale e il suo coinvolgimento nella schiavitù.