giovedì, Aprile 25, 2024

Il “bornout” correlato al lavoro si combatte meditando

Si chiude il 2019 con i consueti bilanci annuali. Quelli riguardanti il lavoro, però, non si dimostrano dei migliori. E non stiamo parlando di economia e occupazione, non direttamente per lo meno, ma di salute del bene primario in questo campo: i lavoratori.

Le ricerche

Ci sono almeno due ricerche autorevoli pubblicate in corso d’anno, che ci mettono sull’allarme rivelando che la quasi totalità dei lavoratori è a rischio bornout. E’ il portale britannico The Sun a dare per i primo i numeri del problema: nove adulti su dieci affermano di essere vicini al burnout mentale e di sentirsi stressati per quasi un terzo dell’intera giornata lavorativa; inoltre, pare che tutti i lavoratori considerino parte del gioco perdere cinque ore di sonno alla settimana a causa delle pressioni derivate dalla routine.

Il dato è confermato da un’altra ricerca dell’American Institute of Stress pubblicata su USA Today, che dichiara che l’80% degli americani ha citato lo stress lavorativo come causa principale di comportamenti errati. Questi dati avvalorano la tesi che la salute mentale del lavoratore deve necessariamente essere il focus delle politiche del lavoro, a scapito, se non cosi non fosse, della qualità stessa del lavoro e quindi del profitto.

Il bornout lavorativo colpisce 9 lavoratori su 10

Definizione di bornout

Bornout è la parola che definisce lo stato in cui si trova una persona ripetutamente sottoposta a stress nel suo lavoro quotidiano. Gli agenti stressogeni, che provocano stress, si trovano all’interno del proprio ambito lavorativo, o della vita quotidiana riferita ad uno specifico ambito. Originariamente usata per le professioni di aiuto (assistenti sociali, dottori, psicologi e educatori) è ora estesa a tutte le professioni, e anche al di fuori dell’ambito lavorativo, ai parenti, per esempio, di persone con gravi malattie, o alle madri lasciate sole ad occuparsi di tutto. Il fattore principale è lo stress di vivere una situazione senza benessere personale, legata a quello che si fa tutti i giorni e che si percepisce come impossibile da lasciare o modificare.

Meditare è la soluzione

Le ricerche fortunatamente non si limitano a definire l’entità del danno, ma ci propongono un rimedio per affrontare il nuovo anno più serenamente. Se non si possono cambiare gli agenti stressogeni, o la personalità dei nostri capoufficio, possiamo, per lo meno, lavorare su noi stessi. E quale modo migliore di farlo se non meditare.

Trova uno spazio a casa per meditare

Via libera, dunque, a yoga, gruppi di meditazione, workshop all’aria aperta e meditazioni guidate. Nelle pause e appena si è soli. Qualsiasi cosa va bene. Basta ci permetta, per lo meno, di ritagliarci uno spazio temporale per noi stessi al di fuori dalle pressioni di scadenze e meeting. Tutto il nostro essere ne beneficerà. Basta torcicolli e mal di pancia per la tensione da lavoro, raffreddori e influenze dovute all’abbassamento delle difese immunitarie, perché siamo stressati e mangiamo male, e basta ai farmaci per prendere sonno. Meditare è la chiave per riappropriarsi di noi stessi.

E lo dice anche la ricerca, Reuters Health ha pubblicato uno studio che basta mezz’ora di meditazione al giorno per ridurre i livelli di stress e aumentare il tasso di concentrazione. E non sono i soli, anche Business Insider scrive che la meditazione contribuisce a migliorare la produttività generale nelle aziende di qualsiasi dimensione e settore e, l’American Heart Association, redarguisce che contribuisca anche a ridurre i processi biologici che portano ai problemi cardiovascolari.

Entrepreneur ha pubblicato una serie di persone famose di successo chd hanno praticato meditazione aiutandole ad arrivare dove sono: da Jeff Weiner, CEO di Linkedin, a Bill Ford, presidente esecutivo di Ford Motor Company, fino ad arrivare a Jack Dorsey, co-fondatore e CEO di Twitter e Steve Jobs, co-fondatore di Apple.

La prossima volta che qualche nostra collega, o amica, ci proporrà un seminario di meditazione, o un link youtube a una meditazione guidata, aspettiamo prima di dire “no tanto non funziona” o “mi farà solo perdere tempo”. Prendiamoci il tempo di provare per qualche tempo a meditare. Le ricerche, e le persone famose che ce l’hanno fatta, dimostrano che non è poi vero che sono tutte baggianate olistiche.

Gli esperti dicono che meditare non è solo imparare tecniche, ma è anche ritrovare il silenzio e la concentrazione seduti comodi per qualche tempo. Accendere una candela per sé stessi, far partire una musica rilassante e rimanere in ascolto del proprio respiro e del proprio corpo.

Molto utile è la cosiddetta musica a frequenza modificata (432Hz, 528Hz e 639Hz), cioè con una diversa misurazione di frequenza, che possiamo trovare sia come classica da meditazione, che come rivisitazione dei maggiori successi. Sappiamo che il cervello funziona anche ad onde di energia e pare che questa musica riesca a comunicare con esso per garantirci un vero e proprio relax. Provare per credere.

Francesca Tricarico
Francesca Tricaricohttps://www.associazioneilari.it/blog/huston-abbiamo-1-problema
Laureata in Linguistica a Milano, mamma di un ragazzo Asperger, mi occupo di raccontare la neuroatipicità in diversi canali: nel mio blog Hustonabbiamo1problema, nel sito www.associazioneilari.it e tramite l'edizione di giornali e brochure informative come ad esempio "AtipicaMente - pensieri atipici in movimento". Insegno presso il Master Educatore Esperto alle Disabilità Funzionali e Multifunzionali dell'università di Verona, modulo "Autismo testimonianze operative", occupandomi di raccontare le famiglie con disabilità dall'interno. Autore di AtipicaMente pubblicazione di Associazione Genitori I Lari che da voce alle persone neuroatipiche e a chi le affianca in modo etico.

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