I versi di Carducci: parole memorabili di un poeta eterno

I versi di Carducci hanno toccato tutti. Chiunque, tra i banchi di scuola o all’università, in un circolo letterario o per passione si è ritrovato tra le mani una poesia del poeta Giosue Carducci.

Giosue Carducci: poeta, uomo religioso delle lettere e professore. Ha sempre amato dare si sé l’immagine di un poeta “solare”. Sia nella poesia storica che in quella paesaggistica ha posto l’accento sui valori che prendono la forza dalla morale.


Giosue Carducci nasceva il 27 Luglio 1835


I versi di Carducci: puro amore per la poesia

Il Carducci nacque il 27 luglio 1835, studiò dai padri scolopi di Pisa e si laureò in filosofia e filologia. Esercitò la professione di docente all’Università di Bologna. L’amore per la poesia rapì Carducci, lo rapì per tutta la vita. Odi barbare, Alla regina d’Italia, Giambi ed epodi, Rime nuove, Rime e ritmi sono solo alcune delle sue meravigliose raccolte poetiche, tesoro inestimabile della cultura italiana.

I versi di Carducci ci mostrano una poesia sorta in seno alla tradizione ma che guarda all’innovazione. Il professore non si allontanò mai dai canoni tradizionali e classici della poesia. Ma incuriosito dal vento dell’innovazione fu anche un ascoltatore delle voci poetiche dell’Europa.

 I versi del poeta così come le sue citazioni ci rendono chiara l’idea del poeta “religioso”. L’ideale umano e letterario di “religione delle lettere” è l’ideale tipico di Giosue Carducci.

I versi di carducci: amore poetico

La poesia per Carducci

La poesia per Carducci assumeva il significato di una missione civile ed educativa. Non solo, essa rappresentava la celebrazione dei valori morali in cui tutta la collettività si riconosce.

I versi di Carducci

Citazioni di Carducci

I versi, le citazioni e estratti di poesie del poeta. Oggi leggiamo le parole del letterato, innamorato delle lettere e sempre immerso nella sua poesia.

“A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l’arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione”.

“L’arte e la letteratura sono l’emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli”.

“Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’Etna; le nevi delle Alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani”.

I versi di Carducci: le parole memorabili

I versi di Carducci: Rime e ritmi, Rime nuove

“Contessa, che è mai la vita? | È l’ombra d’un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l’amor”.

“Ombra d’un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza”.

“Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l’universo”.

“La nebbia agl’irti colli |piovigginando sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il mar; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de’ tini | va l’aspro odor de i vini | l’anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l’uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d’uccelli neri | com’esuli pensieri | nel vespero migrar”.

“T’amo, o pio bove; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m’infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l’agil opra de l’uom grave secondi”.

“Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o quercia pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl’insani | eversor di cittadi il mite ramo”.

Odi barbare

“Breve ne l’onda placida avanzasi | striscia di sassi. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. | […] | Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l’uom debba movere | secreto a colloqui d’amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l’astro di Venere”.

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