venerdì, Aprile 19, 2024

I numeri della situazione economica Italiana

“Qui si fa l’Italia o si muore”. Celeberrima frase attribuita a Garibaldi, durante la battaglia di Calatafimi, il generale Nino Bixio suggerisce la ritirata, ma Garibaldi non è d’accordo e rivolto al suo fido ufficiale , pronuncia la frase che resterà nella storia: “ Qui si fa l’Italia o si muore”.

Sembra un po’ quello che sta accadendo ai giorni nostri con i politici Italiani,  Salvini ministro degli interni  che si scaglia contro il premier  Conte e il movimento cinque stelle dichiarando di dover attuare misure necessarie per l’economia italiana, portando avanti il piano di governo, la risposta dall’altra parte è stata ostile, pertanto la minaccia di Salvini e di riportare gli italiani alle elezioni.

Intanto in questo clima di contrarietà venerdì nove agosto la borsa Italiana ha visto un crollo del 2,48%, piazza affari ha bruciato in un solo giorno  oltre 15 miliardi di euro, con lo spread balzato a 238 punti. Le vendite si sono concentrate sui titoli bancari.

Bpm cede il 9,12% a seguire Mps con un -8,54 e ancora  tutto il comparto banche, a salvarsi unico titolo in controtendenza è stato Bim con un +14,29% e Atlantia + 2,94% il restante profondo rosso.

Quello che ci siamo chiesti e se il mercato ha avuto una reazione di pancia alla conferenza stampa di Conte prima, e all’exploit di Salvini poi, annunciando di volere riandare al voto, o ci sono dei veri motivi endogeni al paese, i quali non lasciano scelta che non una paralisi del sistema finanziario e un innalzamento del debito.

Numeri alla mano

Analizzando un po’ i numeri del nostro paese abbiamo preso in riferimento dei dati dell’istituto di statistica Istat, il quale  ci dice che nel secondo trimestre la  crescita del Pil è a zero , pur segnalando uno spiraglio di luce all’orizzonte.

Il segnale positivo è legato all’indicatore anticipatore dell’economia, che rialza la testa rispetto al mese precedente, così come in crescita è l’economic sentiment indicator (un mix di fiducia delle imprese di tutti i settori, dei servizi e dei consumatori) registrato da Bruxelles.

Un dato analogo è registrato dall’indice Pmi composito (purchasing managers’ index) che monitora l’attività economica italiana, salito a 51 punti a luglio da 50,1 di giugno. L’indice, calcolato da IHS/Markit in base al sondaggio fra i direttori degli acquisti, monitora l’andamento del settore manifatturiero e dei servizi, segnalando una fase di espansione per il secondo mese consecutivo e arriva ai massimi da quattro mesi.

Export italiano

Un altro dato da considerare è l’export, si registra un incremento delle esportazioni che interessa in misura più rilevante i beni di consumo durevoli (+7,2%) e i beni strumentali (+5,7%). L’energia (-1,7%) registra invece una diminuzione.

Dal lato import, la contrazione congiunturale è più intensa per i beni di consumo non durevoli (-3,0%) e i beni di consumo durevoli (-2,4%)

Nell’ultimo trimestre l’export verso i paesi extra Ue (+1,4%) è trainata dalla forte crescita dei beni di consumo non durevoli(+8,0%)

Il saldo commerciale a giugno è stato stimato pari a+3,844 milioni, in aumento rispetto a + 3,551 milioni di giugno 2018.

L’Italia ha una avanzo della bilancia commerciale ma c’è sempre il problema debito che viene visto con occhio attento dalla banca centrale Europea la quale è ben accorta a non sforare il massimo del 3% del debito Pil anche se nessuna teoria scientifica ne abbia dato fondamento a questa soglia.

Il malato è grave ma non è morto, consideriamo che gli imprenditori italiani sono tra i più bravi al mondo a fare il loro lavoro e ancora i prodotti made in Itali hanno il loro appeal all’estero.

Debito Italia

Anche per quanto concerne il nostro debito la Banca d’Italia ha comunicato che nell’asta dell’11 luglio 2019  sono stati collocati Btp per un ammontare di 2,5 miliardi di euro , rispetto ad una richiesta di 4,3 miliardi , la richiesta è stata soprattutto estera circa l’84% tra questi il 35% tedeschi, 22% britannici, l’8% americani, e il 2% asiatici questo è per dire che forse non l’Italia non fa cosi paura.

Ciò che preoccupa è comunque anche la questione che tiene banco in questo periodo, ovvero la guerra dei dazi che potrebbe ben presto colpire anche l’Europa e di conseguenza risentirne il nostro paese.

Uno sguardo attento lo terremo su quanto la nostra classe politica deciderà di fare ,certo è che per come se ne è parlato le riforme per le aziende e soprattutto per la alleggerire la pressione fiscale  potrebbero dare quello slancio in più per le aziende dello stivale.

La strada è ancora molto lunga ma questo è un paese con delle risorse e se in questo clima di difficoltà e incertezza riesce a fornire dei piccoli spiragli, ottimizzando queste risorse potrebbe diventare un economia forte per l’Europa.

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