venerdì, Aprile 19, 2024

I musei Americani sono in Crisi a causa di scandali e proteste sui finanziatori

Una recente serie di scandali è proteste si è diffusa rapidamente nel mondo dell’arte negli USA. Alcuni dei più importanti musei stanno precipitando in una crisi finanziaria preoccupante. Nel mirino le donazioni private che vengono a mancare sempre meno. Anche su spinta di un movimentismo spontaneo di artisti che stanno contestando alcuni nomi noti nonché finanziatori d’eccellenza della cultura in america.

Il caso più eclatante è quello di Warren Kanders che si è dimesso dal consiglio di amministrazione del Whitney Museum of American Art il 25 luglio, a seguito di una lunga campagna contro di lui. Il motivo? Kanders è presidente e amministratore delegato di Safariland LLC, produttore di gas lacrimogeni presumibilmente utilizzati contro i migranti al confine tra Stati Uniti e Messico.

Le contestazioni: il gruppo Forensic Architecture ha collaborato con la cineasta vincitrice del premio Oscar Laura Poitras per realizzare un video di critica sulle attività di Kanders, video che è stato esposto alla Biennale di Whitney del museo (fino al 22 settembre). Un’altra iniziativa è stata intrapresa dal gruppo Decolonize This Place che hanno spiegato alcuni stendardi sulla facciata del museo. Altri quattro artisti hanno invece chiesto che le loro opere  venissero rimosse dal museo perché non hanno voluto accostare la propria arte al nome di Kanders. E ancora, circa 100 membri dello staff di Whitney hanno firmato una lettera aperta chiedendo a Kanders di dimettersi.

Al caos nel settore artistico – culturale Americano si aggiungono le difficoltà delle istituzioni culturali americane le quali, prive di sostegno pubblico, hanno la necessità di raccogliere fondi. A sfavore delle raccolte fondi vi sono l’invecchiamento della base stabile dei donatori e le nuove generazioni che privilegiano le cause ambientali e politiche a quelle artistiche.

Ecco che questi maggiori controlli sulle fonti economiche dei fiduciari dei musei arrivano in un momento buio per le istituzioni artistiche, costrette a lottare per tenere aperte le porte e accese le luci.  Negli ultimi anni infatti abbiamo visto L’American Folk Art Museum liberare il suo spazio di punta a New York nel 2011; nel 2015 il Museum of Biblical Art di New York ha chiuso del tutto; all’inizio di quest’anno il Newseum di Washington D C, annunciò la vendita del suo edificio alla Johns Hopkins University.

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