venerdì, Marzo 29, 2024

I monologhi di Serena Dandini sul femminicidio e l’etimologia della parola

Serena Dandini presenterà in streaming i monologhi “Ferite a Morte” approdando in Messico. Uno spettacolo usufruibile il 31 marzo alle 21. Una lotta, quella della scrittrice, agli efferati omicidi, già preannunciati dalle vittime.

Di cosa tratteranno i monologhi della Dandini?

Gli omicidi aumentano, ebbene si gli omicidi sulle donne. La coniazione della parola femminicidio, mi ricorda tanto quelle quali “animalisti” o “ambientalisti”. Un sovraccarico di significato che, di fatto, non ne necessiterebbe affatto. Ma nello specifico, nella fattispecie della parola femminicidio, c’è qualcosa di ridondante che, mostra il delinearsi della società, ancorata al sessismo. L’etimologia della parola stessa, infonde nella mente un preconcetto. Tale da differenziare un omicidio, da quello attuato nei confronti di una donna. Un banale stereotipo, quindi, una differenza di approccio. Ma pensiamoci bene. Le leggi attuate nei confronti di chi uccide un uomo, una donna od un bambino, sono forse differenti? È perché, allora, una donna, nella propria sessualità, dovrebbe sentirsi differente? Una serie di caratteristiche incluse nella parola che mirano ancora una volta al divario fra sessi. No. La donna non ha bisogno di una “categoria di omicidi” dedicati, ma di una serie di difese. Soprattutto laddove, si abbia una vastità di precedenti.

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La difesa delle donne attuata da Serena Dandini

Onorevole, invece, l’attuazione di monologhi in onore delle donne scomparse a causa della efferata prepotenza degli esecutori, da parte della Dandini. La scrittrice, autrice e, chi più ne ha, più ne metta, si batte in prima linea per i diritti mancati delle donne. Ciò, attuando una serie di monologhi intitolati “Ferite a Morte” nella quale l’artista, ma in primis la donna, mostra attraverso uno streaming disponibile il 31 di marzo alle 21 sul profilo Facebook o, sul canale YouTube. La descrizione dei fatti, attuati dagli uomini che avrebbero dovuto mettere al primo posto l’amore della propria moglie, fidanzata o compagna, come atto di denuncia del fenomeno stesso. Tale purtroppo, non accenna a fermarsi.

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