I gruppi complottisti sui social network

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I gruppi complottisti sui social network

Nell’era dei social network le persone tendono a dar credito a tutto ciò che leggono senza ragionare con la propria testa. Sui social ormai è presente ogni genere di conversazione. Tuttavia molte conversazioni sono manipolate da gruppi complottisti che cercano di scollegare le persone dalla realtà. Questi gruppi stanno crescendo. Negli ultimi tempi è stato lanciato un attacco di propaganda anti-vaccinazione su diverse pagine Facebook.

Crescono i gruppi complottisti sui social network?

Crescono sempre di più i messaggi cospirativi, al limite del delirio paranoico, sui social network. Dietro a questi messaggi si nascondono gruppi che riempiono consapevolmente i social di concetti stravaganti scollegati dalle realità scientifiche. Nell’ultima settimana ad esempio è stato lanciato un massiccio attacco di propaganda anti-vaccinazione su diverse pagine Facebook in Francia. Sono stati presi di mira organi di stampa, ma anche diverse pagine delle prefetture. Ad esempio la pagina Facebook del Prefetto di Tarn è stata soggetta di numerosi commenti, oltre 600, su una pubblicazione per i vaccini.

Chi c’è dietro a queste massicce campagne di disinformazione?

Secondo un informatico/sviluppatore residente in Francia, che è riuscito ad infiltrarsi in una di queste reti occulte, l’attacco è stato condotto da VIVI, un gruppo di cospiratori organizzati dall’Italia che sono molto presenti sui social. Secondo l’esperto, questo gruppo sarebbe presente sia in Francia che in Italia e fa propaganda contro le vaccinazioni e i green pass. L’obiettivo di questo gruppo è quello di manipolare l’opinione pubblica dando l’impressione che siano tanti o distorcendo i sondaggi a favore della vaccinazione. Questo gruppo è nato circa un anno fa in Italia e si sta affermando sempre di più in Spagna, Francia e Germania.

Un reclutamento quasi militare

L’informantico francese che si è inflitrato nel gruppo ha affermato che il gruppo VIVI ha un reclutamento quasi militare. Il gruppo di cospiratori costringe le nuove reclute ad ascoltare un’ora e mezza di file audio, poi una persona pone delle domande in privato. Infine un amministratore chiede alle reclute i dati personali, email, account Facebook, Twitter, ecc.


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