Osservando la dentatura dei bambini è possibile diagnosticare determinati incomodi, oltre alle classiche carie o al tartaro: la celiachia, o la predispozione ad essa, ad esempio, è una malattia visibile dalla salute orale.
Pandori, panettoni, torrone: tre acerrimi nemici dei denti, soprattutto per i bambini.
I denti sono organi durissimi, appartenenti all’apparato digerente. Essi hanno il compito di triturare il cibo e possono essere soggetti ad alcuni disturbi molto comuni.
Essi sono composti da tre parti distinte: una che sporge al di fuori della gengiva, chiamata corona, una porzione infissa dentro l’osso, chiamata radice, e una parte intermedia detta colletto.
I segnali
Monitorare la salute orale dei bambini è importante, spiega Raffaella Docimo, Direttore della Cattedra di Odontoiatria Pediatrica all’Università di Tor Vergata di Roma.
Tra i principali segnali, i quali dovrebbero far scattare il campanello d’allarme, c’è l’alterazione dello smalto, contraddistinto da un minore rapporto di calcio e fosforo. Per quanto riguarda la relazione tra carbonato e fosfato, invece, non sembrano presentarsi alterazioni.
Inoltre, molti studi, hanno dimostrato come piccoli disturbi ricorrenti legati alla cavità orale potrebbero risultare collegati alla celiachia. Tra questi si evidenziano afte, dermatiti, produzione di saliva ridotta e dolore alla lingua.
Nella bocca ci possono essere i primi campanelli d’allarme di una malattia celiaca non ancora diagnosticata. La salute orale in età pediatrica non va trascurata perché influenza lo stato di salute generale del bambino.
Raffaella Docimo
Piccole macchie scure sui denti, o lievi lesioni dello smalto, possono ricondurre anche ad un ritardo nello sviluppo delle ossa mascellari.
Negli ultimi anni nel nostro Paese si è registrato un minor accesso alle prestazioni odontoiatriche, anche quelle pediatriche, pur essendone aumentata la richiesta. Ciò si deve principalmente ai fattori legati alla crisi economica. In Italia, nel 2017, milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure odontoiatriche e l’offerta pubblica resta carente.
Raffaella Docimo