sabato, Aprile 20, 2024

Human Rights Watch denuncia la coscrizione a vita in Eritrea

Secondo un rapporto di Human Rights Watch, il governo eritreo utilizzerebbe la scuola superiore per inviare con la forza i giovani studenti all’addestramento militare.

Una ricerca di Human Rights Watch dal titolo “They are making us into slaves not educating us: How indefinite conscription restricts young people rights, access to education in Eritrea” ( Ci stanno facendo diventare schiavi, non educatrici: Come la coscrizione a tempo indeterminato limita i diritti dei giovani, l’accesso all’istruzione) mette in luce la prassi, ormai consolidata, del governo di Asmara, di inviare ogni anno migliaia di studenti e studentesse dell’ultimo anno delle scuole superiori nel campo militare di Sawa, nell’ovest del paese, per sottoporli all’ addestramento militare obbligatorio. Nel rapporto di 84 pagine stilato dalla ong che si occupa di difesa dei diritti umani, una buona parte dei giovani che ogni anno vengono inviati alla leva forzata, non hanno neppure completato gli studi. E’ per questo che alcuni studenti, per evitare la coscrizione decidono di farsi bocciare, in modo da non frequentare l’ultimo anno della scuola. Ma ad essere obbligati a frequentare la leva militare non sono soltanto gli studenti; in alcuni casi addirittura gli insegnanti sono costretti ad abbandonare il proprio impiego nella scuola per essere arruolati. I giovani che non possiedono la tessera dello studente rischiano in ogni momento di essere catturati e inviati con la forza all’addestramento militare.

Giovani eritrei costretti alla leva militare obbligatoria

Il governo dell’Eritrea utilizza la scuola per reprimere e controllare la popolazione

Secondo quanto dichiarato da Laetitia Bader, esperta di problemi dell’Africa presso Human Rights Watch, le scuole dellEritrea sarebbero al centro del sistema repressivo e di controllo della popolazione da parte del governo. L’organizzazione internazionale, per completare la ricerca, ha anche intervistato una settantina di studenti e insegnanti di scuola superiore che tra il 2014 e il 2018 sono stati arruolati nelle forze armate eritree e che sono stati costretti a fuggire dal paese del Corno d’Africa ottenendo asilo politico da alcuni paesi tra i quali Italia e Svizzera. I risultati dell’indagine sono molto chiari: nonostante il governo di Asmara abbia messo in atto alcune riforme scolastiche per ciò che concerne gli istituti elementari e professionali, continua ad utilizzare le scuole secondarie superiori come bacino per l’arruolamento coatto di maggiorenni e minorenni. Tutto ciò, oltre a rappresentare una grave violazione dei diritti umani, non garantisce agli studenti il diritto di accedere ad un’istruzione di qualità.

Una classe di un istituto superiore dell’Eritrea

Nel capo militare di Sawa, nella regione di Gash Barka, nell’ovest dell’Eritrea, adolescenti e adulti sono costretti all’addestramento obbligatorio, controllati da funzionari militari molto vicini al governo del presidente Afewerki che sottopongono le nuove leve a maltrattamenti, punizioni corporali e lavori forzati.Gli studenti che si diplomano generalmente vengono mandati all’addestramento militare. Coloro che riescono a frequentare l’università e a laurearsi vengono assunti in luoghi di lavoro sotto il diretto controllo governativo.

Leggi anche: Il dittatore Afewerki ha confiscato scuole e ospedali cattolici in Eritrea

Il diritto all’istruzione negato e la fuga dei giovani eritrei

La qualità dell’istruzione in Eritrea è molto bassa non soltanto per la scarsa attenzione del governo verso la scuola, ma anche a causa di un corpo docente poco motivato. Gran parte degli insegnanti, infatti, secondo le rivelazioni di Human Rights Watch, trovano rifugio all’estero e capita di frequente che intere classi di studenti rimangano senza professori per molto tempo a causa dello scarso interesse dello stato a garantire la continuità dell’istruzione scolastica. Oltre agli insegnanti che scappano all’estero, anche alcuni studenti vorrebbero trovare riparo in altri paesi affinché sia loro garantito il diritto all’istruzione. Il governo eritreo punisce coloro che tentano di fuggire dal paese con una lunga prigionia, torture e abusi di ogni genere. Gran parte dei profughi eritrei che ogni anno giungono nel continente europeo sono minori non accompagnati.

Le scuole dell’Eritrea rappresentano quindi il fulcro del sistema repressivo e di controllo del governo dittatoriale di Asmara sulla popolazione.

Il dittatore etiope Isaias Afewerki negli ultimi anni si è reso responsabile di gravi violazioni dei diritti umani

La ricercatrice Laetitia Bader, dopo aver commentato i risultati dell’indagine ha dichiarato: “Mettere fine ad una coscrizione a tempo illimitato, porre fine agli abusi da parte di ufficiali militari e permettere agli studenti di scegliere il loro futuro, sono le chiavi per le prospettive future dell’Eritrea. Chi potrà avere un futuro migliore nel suo paese avrà probabilmente meno bisogno di fuggire”. Il rilancio dell’ex colonia italiana, dunque, dovrebbe partire proprio dai giovani, dando loro la libertà di studiare e scegliere liberamente il loro futuro senza controlli o obblighi da parte del governo.

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