venerdì, Aprile 19, 2024

Ho vent’anni ma sono già calvo come Gerry Scotti

Ci scrivono:

Ho ancora vent’anni ma sono già calvo come Gerry Scotti, e senza lo stesso senso dell’umorismo. Non riesco a sopportare che la gente si senta libera di commentare. Gli sconosciuti, i colleghi e i vicini di casa mi fanno domande del tipo: “Tuo padre è diventato calvo presto?” e “Perché non porti un cappello? Sembreresti molto più giovane”, “Hai fatto un trapianto di capelli?” e persino “Perché sei calvo?”. Non so mai bene come rispondere a queste domande. Ho provato con il tuo consigliato “Wow”, ma di solito mi viene risposto qualcosa del tipo: “Cosa? Sto solo facendo una domanda. Non essere così nervoso”. Le viene in mente qualche risposta da dare quando il “wow” non funziona?“.

I commenti gratuiti di alcune persone, specie se sconosciute e a maggior ragione se si tratta di commenti inopportuni, possono stufare e stancare. Anche il luogo comune ‘calvo e sexy’ può stufare e, chiaramente, si può dimostrare poca tolleranza rispetto a questo tipo di domande che ti rivolgono. Come anche che l’uomo calvo sia più prestante nella vita intima e sia maggiormente desiderabile. Questi luoghi comuni possono essere spiegati dal fatto che per prima cosa, per chi è rimasto senza capelli, l’attenzione dell’altro è posta immediatamente agli occhi, che si sa essere calamitati. Dunque, permettono di stabilire una sintonia con immediatezza. Magari spostare l’argomento della conversazione su questo, può aiutarti a superare questi momenti.

Ma non si può scherzare su aspetti così personali, che possono essere vissuti come un dramma. Il rischio è sviluppare insicurezze e mancanza di autostima.

La prima risposta che può saltare in mente è: “Ma perché non ti fai i fatti tuoi?”, e invece no!

Fondamentalmente, innanzitutto, è accettare il cambiamento del proprio corpo, senza autogiudicarsi. Così sarà più facile creare una barriera emotiva con chi tenta di esprimere un giudizio o un commento che percepiamo come sgradito in tal senso.

Hai vent’anni, sei calvo ma soprattutto giovanissimo. Anche per apprendere e utilizzare l’arte dell’ironia.

L’ironia, nonostante tu creda di non avere lo stesso senso dell’umorismo di Gerry Scotti, potrebbe essere, invece, un’arma vincente. Essa fa bene alla vita e alla salute. Permette di prendere la giusta distanza anche dalle cose spiacevoli.

L’essere senza capelli può diventare un argomento per divertire te stesso, quando ti rivolgono domande che evidentemente consideri invadenti. Può permetterti di dare risposte che non rischiano di essere etichettate come ‘arroganti’.

Risposte come: “Fino a qualche tempo fa, portavo i capelli lunghi fino al sedere, ma coprivano la mia parte migliore, quindi li ho rasati”. In tal modo, l’atteggiamento è giocoso. E ti consentirebbe di bloccare l’interlocutore e spostare l’attenzione della conversazione su altro dal “ho vent’anni e sono già calvo come Gerry Scotti”. Puoi far battute sul fatto che un barbiere ha dei costi, per cui hai scelto di rasare i capelli. Od anche affermare: “Fino a poco tempo fa eri una gradevolissima persona”.

Quindi, è importante trovare la modalità più efficace e appropriata per comunicare che non ti interessa ciò che ti dicono. Anche attraverso una sana indifferenza, che non scaturisca nella maleducazione e nella mancanza di rispetto. Per esempio, aiutandoti con la mimica facciale.

Accettare se stessi e la propria immagine è, chiaramente, fondamentale per riuscire adattare questi comportanti. Come pure chiedersi, bonariamente ma nel profondo di sé, perché si prova questa sorta di fastidio e insofferenza nel ricevere queste domande. C’è ancora qualcosa di insoluto rispetto a questa nuova condizione fisica? In ogni caso, anche la propria sensibilità può essere utilizzata per reagire agli ‘interrogativi’ che risultano fastidiosi.

Persegui i tuoi obiettivi e prova a fare tuo il verso dantesco “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

https://www.periodicodaily.com/come-mantenere-la-calma-la-concentrazione-e-la-presenza-nei-momenti-di-stress/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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