venerdì, Aprile 19, 2024

Hitler – Braun: Uniti anche nella morte

Adolf Hitler nacque a Braunau am Inn, in Austria, il 20 aprile del 1889; suo padre, Alois, era un modesto funzionario delle dogane, spesso violento, mentre la madre, Klara, era una casalinga.

Adolf si è sempre dimostrato uno studente poco brillante ma aveva un grande dono artistico. Forte di questa sua capacità tentò senza successo di entrare alla Scuola d’Arte di Vienna. Nel 1905, all’età di 16 anni, abbandonò gli studi. Tre anni dopo (1908) sua madre morì, si trasferì a Vienna per intraprendere la carriera dell’artista ma, proprio da li, iniziò a interessarsi di politica e a condividere le idee di chi sosteneva che gli ebrei fossero la causa di molti problemi della società. Nel frattempo abbandonò l’Austria per vivere in Germania.

Hitler ed il Nazismo

La Prima Guerra Mondiale, iniziata nel 1914, rappresentò un punto di svolta nella vita di Hitler.

Egli combatté nell’esercito tedesco e fu ferito due volte in battaglia. Alla fine della guerra, quando era ancora ricoverato in ospedale per intossicazione, si convinse che la sconfitta della Germania era stata causata dagli ebrei e decise di entrare in politica per salvare il paese dalla loro influenza. In contatto con numerosi gruppi politici nazionalisti tedeschi, si unì infine al Partito Tedesco dei Lavoratori, del quale condivideva l’odio per gli ebrei e l’amore per la patria.

Hitler aveva una grande capacità oratoria, ed è stato grazie a questa sua loquacità di parlare in pubblico, che in poco tempo guadagnò un’incredibile popolarità tanto che il 24 febbraio del 1920, ben 2.000 persone parteciparono a un raduno del suo partito. Fu allora che decise di cambiare il nome del partito in Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, presto abbreviato in Partito nazista, del quale divenne il leader.

Nel ’23 tentò un colpo di stato grazie all’aiuto dei membri del suo partito, ma fallì miseramente e fu così che finì in galera, ed è li che scrisse la sua autobiografia Mein Kampf, ovvero La Mia Battaglia. In questo suo scritto che spiega la sua folle ideologia nazista e della superiorità della razza ariana.

Usito di prigione, Hitler, approfitto del trambusto interno che si era creato fra i partiti e della difficile condizione ieconomica della Germania, e grazie al suo modo semplice di rivolgersi al popolo, nel 1930 ottenne 6 milioni di voti ma soltanto due anni più tardi, divennero 14 milioni. Nel 1933 Adolf Hitler fu nominato cancelliere, ovvero, capo del governo

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Hitler iniziò la sua campagna per trasformare la Germania in una grande potenza militare e politica. occupò i territori ceduti alla fine della prima guerra mondiale e avviò una campagna per conquistare nuovi territori.

Il 1° settembre 1939 l’esercito tedesco invase la Polonia, e soltanto due giorni dopo, la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania: questo fu l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Questo conflitto erminò solo sei anni più tardi con un bilancio di vittime spaventoso. L’odio per gli ebrei, manifestato da Hitler fin dall’inizio della sua carriera politica, portò allo sterminio di circa sei milioni di persone, tra le quali vi furono anche zingari, socialisti, comunisti, omosessuali e persone con problemi psichici.

I campi di concentramento erano prigioni che sapevano di morte. Donne, uomini, bambini, anziani, tutti nudi senza vestiti, costretti ad vivere in una sorta di edifici sporchi e senza alcuna protezione. La loro colpa? Appartenere a una “razza” diversa, che sporcava quella ariana.

LA FINE DI UN DITTATORE

La Germania sembrava aver cavalcato un’onda favorevole, ma ben presto le cose cambiarono. Era il 1945 dopo anni di battglie sanguinose l’Europa riuscì a liberarsidella morsa tedesca Hitler, vedendo tutti i suoi sogni frantumarsi, per evitare di essere catturato dai suoi nemici, si rifugiò in un bunker a Berlino. Fu qui che, il 29 aprile, decise di realizzare uno dei sogni più grandi di Eva Braun sua fedelissima compagna, la sposò.

Ma questo matrimonio durò poche ore, alle prime luci dell’alba del 30 aprile 1945, Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidarono. I loro corpi furono bruciati per evitare che fossero trovati e trafugati.

Ed è così che finisce una storia d’amore malata, quasi tossica, almeno per Eva. Per Hitler le donne erano oggetti, ornamenti di un “mondo di uomini”.
Ma forse, in quell’ultimo giorno di vita, un impercettibile senso d’amore per quella donna così fedele, deve avergli fatto balenare l’idea, che forse, almeno un gesto di “riconoscenza” glielo doveva.

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