Oserei dire con tanta gioia e poca inquietudine per i tempi futuri: Habemus Papam, finalmente Francesco spacca la Chiesa, dando il ben servito ad un sistema o al sistema.
Habemus Papam: finalmente!
Riaffiora nei senesi il fascino discreto del potere religioso, infatti la nomina ad Arcivescovo di Augusto Paolo Lojudice, riconduce ad un fascino esoterico del potere ecclesiastico. L’arcivescovo è nella rosa dei possibili successori di papa Francesco. In questa prospettiva la sua nomina a presidente della Cet, la conferenza episcopale toscana, ne rafforza le possibilità. Lojudice prende il posto di Giuseppe Betori, che si è dovuto dimettere da arcivescovo di Firenze per raggiunti limiti di età. Si ritiene che Betori puntasse su un candidato di compromesso, magari il vescovo di Arezzo Andrea Migliavacca, per sbarrare la strada al bergogliano Lojudice.
Gli intriganti schemi di palazzo
Francesco in tutto questo è uno stratega meraviglioso e raffinato. Gli uomini che mette al potere non sono l’esempio di una Chiesa ortodossa anzi, dispone di un ampio ventaglio di rivoltosi, atti a muovere il pensiero collettivo piuttosto che l’ortodosso. E’ abbastanza chiaro che papa Francesco abbia inteso con questa nomina cambiare pagina nella vita della Chiesa toscana. Betori infatti è stato fedelissimo braccio destro di Camillo Ruini che, recentemente in un’intervista al Corriere della Sera, si è prodigato in elogi nei confronti di Silvio Berlusconi. Inutile nascondersi, conosciamo tutti quali furono gli intrigati metodi di Ruini.
Habemus Papam: finalmente Francesco spacca la Chiesa
Durante il suo periodo fiorentino Betori ha contribuito inoltre alla nomina a vescovi di due preti legati a Comunione e Liberazione come Andrea Bellandi (Salerno) e Giovanni Paccosi (San Miniato). Ricordiamo come il Papa abbia abbattuto Comunione e Liberazione e i suoi schemi associativi, platealmente clientelari. Infine, ciliegina nella torta, l’aperto contrasto, durante una sessione dei vescovi italiani, tra papa Francesco e il cardinale Betori.
Il contrasto
Con il primo che spiega di non essere venuto, a fine febbraio 2023, a Firenze, al convegno dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, e la sua presenza era attesa e prevista da tempo, per la presenza dell’ex ministro Marco Minniti. Betori replica che Minniti non era nell’agenda del convegno dei vescovi. In quel caso Bergoglio si erse come un obelisco a tuonare contro Bertori: “No no. Tu puoi dire quello che vuoi ma io ho visto che c’era. E mi hanno anche fatto vedere quando erano al ministero quali leggi hanno fatto, e ho visto anche i campi di concentramento in Libia dove tenevano questa gente che loro hanno respinto”.
La fine
Intendiamoci, di Ruiniani ce ne sono ancora a mazzi da estirpare dal Sancta Sanctorum ma a quanto pare, anche con immenso piacere, la compagine bergogliana si è messa di buzzo buono a tappare quei buchi, da dove, per decenni, tanto tanfo di marcio ha inondato gli uffici diocesani, le celle benedettine e gli anfratti dell’Opus Dei. Finisce così l’era del ruiniano Betori e inizia quella del bergogliano Lojudice. Che dovrà ridisegnare la geografia ecclesiale della Toscana nel segno della sua storia in cui sono emerse, positivamente e negativamente, figure di grande spessore religioso e politico.