Il Ministrero dell’agricoltura cinese ha annunciato ieri la presenza di un focolaio dell’influenza aviaria H5N1 in una fattoria nella città di Shaoyang, nella provincia meridionale dell’Hunan.
Il virus avrebbe colpito 7.850 polli, 4.500 dei quali morti a causa dell’infezione.
È stato così ordinato l’abbattimento di 17.828 capi di pollame.
Shaoyang si trova a circa 547 km di distanza da Wuhan, Hubei.
L’indagine geologica condotta dagli Stati Uniti definisce l’influenza aviaria “altamente patogena” in base alla sua capacità di uccidere i polli.
Questo però nulla dice su quanto i virus possano essere infettivi per l’uomo, altri mammiferi o altre specie di uccelli.
L’OMS
Secondo l’OMS, le trasmissioni di H5N1 all’uomo, attraverso il contatto con uccelli morti o un ambiente contaminato, sono possibili ma rimangono un’ipotesi rara. “Il virus non infetta facilmente gli esseri umani e la diffusione da persona a persona sembra essere insolita. Non ci sono prove che la malattia possa essere diffusa alle persone attraverso alimenti adeguatamente preparati e ben cotti“.
L’annuncio della Coldiretti
Coldiretti avvisa: “Occorre evitare pericolosi allarmismi che in passato hanno provocato ingiustamente pesanti danni economici alle imprese con conseguenti gravi perdite occupazionali. L’Italia dalla Cina non importa carne di pollame per la quale è peraltro obbligatorio indicare la provenienza in etichetta grazie ad una legislazione di avanguardia fortemente voluta dalla Coldiretti. L’Italia è peraltro autosufficiente nel settore avicolo”.