Un libro che descrive la cultura del Piemonte del dopoguerra attraverso le ricette con cui è cresciuta la generazione degli anni Cinquanta. Guerra e pane è l’ultimo lavoro di Margherita Oggero, un racconto del Piemonte del boom economico, periodo in cui ciò che si portava a tavola definiva la condizione sociale. Domani alle 18 nel salone della Biblioteca civica di Vercelli l’autrice incontra il pubblico e parla della sua opera.
I riferimenti ai piatti e agli strumenti della tradizione contadina delineano la società torinese che cerca di superare gli orrori del conflitto. Tra le pagine di Guerra e pane scorrono i volti di personaggi dai caratteri definiti, il nonno provato dalle violenze dei combattimenti e la nonna che cerca di aiutarlo a superare le sue ossessioni. L’autrice racconta in un diario di 97 pagine la sua infanzia e la famiglia con immagini vivide e uno stile semplice.
Guerra e pane, in appendice le ricette descritte nel racconto
Le vicende narrate anche attraverso il modo di mangiare hanno attratto l’interesse di Slow food editore che ha pubblicato Guerra e pane nella Biblioteca della cucina letteraria. La collana è composta da libriin cui il cibo è un elemento importante per la narrazione e la gastronomia si unisce alla letteratura. Nel lavoro della Oggero compaiono la panada, la zuppa di pane raffermo, il pinzimonio e la panissa, pietanze che ricordano le privazioni della guerra.
Guerra e pane contiene un’appendice di Grazia Novellini sul baracchino, termine preso dal gergo militare che identifica il coperchio della gavetta. Oggero usa questa parola riferendosi al portavivande col pasto da consumare a scuola. Interessante anche il ricettario della memoria di Margherita in cui si illustrano i procedimenti per preparare i piatti descritti nel racconto. Oggi queste proposte possono essere una gustosa alternativa a specialità più raffinate.
Oggero scrive dal 2002, anno in cui ha pubblicato per Mondadori La collega tatuata. Ha ideato i soggetti per la serie televisiva Rai Provaci ancora prof.