giovedì, Marzo 28, 2024

Guardia di Finanza. Nel 2013 danni erariali al Ssn per oltre 1 miliardo di euro. Ecco tutte le truffe alla sanità

Le sole truffe riguardanti i ticket sfiorano il milione di euro. Ma poi ci sono anche le false autocertificazioni, le attestazioni di falsi ricoveri, le iperprescrizione di farmaci. Queste alcune delle decine di tipologie di illeciti riscontrate nel corso dei controlli da parte della Guardia di Finanza.
In materia di spesa sanitaria, i danni erariali riscontrati nel corso del 2013 ammontano a 1.005.457.008 euro, le truffe a carico del Ssn arrivano a quota 23.042.395 euro, di cui 953.853 per i ticket sanitari. Queste le cifre impressionanti risultate dai controlli compiuti dalla Guardia di Finanza nel corso del 2013. Un trend che sembra trovare conferma anche dalle verifiche dei primi due mesi del 2014, visto che fino al 28 febbraio scorso sono già state segnalate alla Corte dei Conti 104 persone e l’ammontare delle perdite supera i 150 milioni di euro.

L’attività di contrasto da parte delle Fiamme Gialle si è divisa in due grandi comparti, comunque strettamente connessi: il primo legato alle truffe perpetrate a carico del Servizio sanitario nazionale, il secondo relativo all’accertamento di danni erariali connessi alla gestione delle risorse pubbliche destinate a tale comparto.

Più in dettaglio, con riferimento al primo aspetto, le risultanze di accertamenti ed indagini svolte, nel primo comparto, hanno portato alla scoperta di violazioni che assumono contenuti e caratteri molto diversificati:
– false autocertificazioni redatte da privati al fine di ottenere prestazioni sanitarie in regime di esenzione non spettante;

– attestazione di falsi ricoveri o falsa attestazione del tipo di ricovero (day hospital invece di intervento ambulatoriale; interventi di chirurgia estetica fatti passare per gravi patologie); – iperprescrizione di farmaci da parte di medici che prescrivono medicinali al di sopra della media degli stessi farmaci prescritti da tutti gli altri medici di medicina generale di base convenzionati con il Servizio sanitario nazionale e facenti capo alla medesima Asl;
– fraudolento frazionamento dei periodi di lungodegenza che superano il limite massimo di durata del ricovero rimborsato dal Ssn. “Si tratta del sostanziale aggiramento dei precetti contenuti nella normativa di settore, sia nazionale che regionale, commessi dalle strutture sanitarie erogatrici di servizi di assistenza ospedaliera e ambulatoriale a carico del Servizio Sanitario Regionale, le quali hanno artificiosamente rappresentato come “frazionati” ricoveri che, in realtà, erano da considerarsi ‘continuativi’, al fine di ottenere un indebito rimborso a tariffa ‘piena’ da parte delle Regioni”;
– finti ricoveri eseguiti in regime d’emergenza da case di cura private, che, sulla base del Piano sanitario regionale, non risultavano abilitate per l’emergenza sanitaria. “Numerose degenze, infatti, erano state innescate da procedure d’emergenza presso istituti non dotati di un servizio di pronto soccorso, autorizzato ed accreditato dalla Regione, condizione indispensabile per poter ricorrere alla citata tipologia di ricovero”;
– maggiori rimborsi ottenuti da numerosi medici di base (con la complicità di funzionari sanitari), mediante l’inserimento nell’elenco dei propri pazienti di persone emigrate all’estero o addirittura decedute.

Il secondo comparto, invece, è legato al contrasto dell’ inefficienze nelle procedure di gestione della spesa da parte delle Aziende Sanitarie Locali e riguarda, in sintesi, “la disapplicazione dei precetti contenuti nella normativa di settore, in materia di contenimento della spesa sanitaria, realizzata attraverso il mancato rispetto del tetto di spesa complessivo che ha determinato un ingente disavanzo nel bilancio delle aziende sanitarie o il mancato rispetto della normativa di settore”.

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