Gruppo anti-Putin rivendica incendio a sede FSB

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Gruppo anti-Putin rivendica incendio a sede FSB

Un gruppo russo anti-Putin chiamato Chyorny Most rivendica la sua responsabilità nell’incendio avvenuto alla sede dell’FSB a Rostov. Il gruppo è nato come movimento che combatte contro il presidente Putin e l’invasione dell’Ucraina.

Un gruppo anti-Putin rivendica incendio a sede FSB

Un gruppo russo anti-Putin chiamato Chyorny Most (Ponte Nero) ha rivendicato la sua responsabilità nell’incendio avvenuto la scorsa settimana in una sede del Servizio di sicurezza federale (FSB) russo nella città di Rostov vicino al confine ucraino. Nell’incendio sono morte quattro persone e ferite cinque. Il gruppo ha dichiarato su Telegram di essere “coautore” dell’incidente, contribuendo ai suoi preparativi e alla sua attuazione, ma non ha nominato nessun altro coinvolto.

Cos’è Chyorny Most?

Chyorny Most è descritto come un movimento di guerriglia che combatte contro il presidente Putin e l’invasione dell’Ucraina. Il gruppo è apparso per la prima volta dopo l’invasione russa dell’Ucraina e ha amplificato la sua voce a settembre dopo il lancio da parte di Putin alla mobilitazione parziale. Sulla sua composizione, attività e possibile numero di aderenti si sa però molto poco. Il gruppo afferma che per contrastare il Cremlino è necessaria una “resistenza violenta”. “Per ‘lotta’ non intendiamo riunioni, scioperi o altre politiche di strada pacifiche e legali a cui sei abituato e consideri forme efficaci di politica. Qui non funziona. Veniamo arrestati e torturati solo per aver detto ‘no alla guerra.’ Quindi, per ‘combattimento’ intendiamo combattere”, afferma Chyorny Most.

La critica del gruppo verso il Cremlino non si limita unicamente ai risvolti della guerra in Ucraina, ma prende di mira anche la gestione attuale dello Stato russo. “Le élite russe costituiscono uno spreco disgustoso, il peggior tipo di persone che puoi trovare nel Paese. Tutti i loro sforzi durante il periodo di Putin sono dedicati a organizzare i loro rifugi sicuri, comodi ritiri e atterraggi di riserva in Occidente. ‘Uomo d’affari’, ‘politico’ o ‘artista’: non c’è differenza”, si legge in un messaggio Telegram.


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