Il caso Fitzgerald è il trentesimo romanzo per il prolifico autore dell’Arkansas e per l’occasione Grisham ha scelto di discostarsi dalle consuete atmosfere legal thriller che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Questa volta ci immergiamo nel mondo delle librerie, dei collezionisti di manoscritti e prime edizioni per un romanzo che, nelle stesse parole dello scrittore, “è un giallo senza nemmeno un avvocato” anche se, a dire il vero, ne compaiono alcuni verso il finale.
La Princeton University, è nota per il suo dipartimento di libri rari e collezioni speciali, ed in particolar modo per cinque prime edizioni a firma Francis Scott Fitzgerald. Un bottino che fa gola ai tanti e a cui, quindi, è impossibile resistere. Quattro malavitosi, con un piano accurato e ben studiato, riescono ad abbattere ogni linea difensiva della struttura e ad appropriarsi degli stessi. L’FBI è però alle costole del quartetto, tanto che riesce già nelle ventiquattro ore successive al furto a mettere le mani (o forse sarebbe meglio dire, “a mettere le manette”) su due di questi. Degli altri, non vi è alcuna traccia. I mesi passano, la notizia, come spesso accade, perde parte di quello che è il suo slancio iniziale, ma le ricerche delle opere non ha fine e/o interruzione.
Con uno stile chiaro, fluente, preciso ed esaustivo, Grisham si reinventa, dando vita ad un giallo davvero piacevole. La trama regge, non si perde nello scontato, non mancano i colpi di scena seppur mai risultino essere eccessivi. Buono anche lo sviluppo successivo. Gli stessi protagonisti non sono lasciati al caso. Ciascuno è delineato con minuzia, sia per passioni, che nelle varie ambientazioni. I luoghi sono approfonditi, descritti con cura talché chi legge non fatica a risvegliarsi tra le strade della cittadina in compagnia di eterogenei compagni di viaggio.
Il caso Fitzgerald è stato accolto in patria con critiche generalmente positive, con il Washington Post che lo giudica come ottima lettura da spiaggia, mentre per il New York Times, pur trattandosi di un romanzo godibile, alle volte John Grisham ha allentato troppo l’attenzione su stile e scrittura, finendo con il ripetersi di quando in quando e generando dialoghi un po’ troppo semplici.
A mio parere un giallo intrigante ed avvincente, da leggere !!!