Graffiti razzisti sul murale per Rashford: ondata di solidarietà

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Lo scorso novembre l’artista di strada Akse ha realizzato un murale per il calciatore Marcus Rashford, a Manchester. Negli ultimi giorni è stato oggetto di graffiti razzisti, ma la risposta è stata incredibile.

Perché il murale è stato sfregiato con graffiti razzisti?

Può essere vero che i calciatori della Nazionale inglese abbiano mancato di fair play, nel corso della partita finale degli Europei. Questo però non giustifica ciò che è accaduto e continua ad accadere, sui social e non solo, nei confronti di tre giocatori inglesi di colore. In particolare ad essere colpito è stato appunto Marcus Rashford, ventitreenne, originario appunto di Manchester e che al momento milita nella squadra omonima. O meglio, il murale a lui dedicato, che è stato vandalizzato da irripetibili parole razziste. Ma la città ha subito mostrato la sua stima nei confronti del campione.


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La solidarietà che batte l’odio

Ieri mattina, martedì, Akse ha trascorso due ore a ridipingere il suo lavoro, per cancellare le tracce degli sfregi. Ma il bello era già accaduto, ed è venuto anche dopo, quando le persone del quartiere hanno cominciato a presentarsi davanti all’opera, capitanati dalla ballerina Ailsa McPhee. “Ho visto tutto l’odio su Facebook e ho pensato che fosse necessario rispondere con qualcosa di positivo e liberatorio come la danza” ha affermato. Ma non è stata la prima. Qualcuno, infatti, aveva visto i graffiti razzisti e ha pensato di fare qualcosa.

Questo non è Withington

È stata Helen Connor, responsabile dello sviluppo presso la Huddersfield University, a mettersi all’opera sotto la pioggia con post-it e pennarelli, per cercare di rimediare al danno. “Pensavo solo di dover fare qualcosa di carino sul muro, per dimostrare che questo non è Withington. Come possiamo lasciare che accada e rimanere lì, e guardare in faccia i nostri amici neri? Dobbiamo mostrare ai nostri bambini che questo non è accettabile. I bambini non nascono razzisti” è stata la sua dichiarazione. “Così ho scritto che era un eroe”.

Una spirale virtuosa

Per Helen Connor, però, questo non era sufficiente. Ha invitato i passanti a fare ciò che faceva lei, distribuendo post-it e consigli. I messaggi di solidarietà e di vicinanza si sono moltiplicati, attestando la stima per un campione molto impegnato nel sociale, soprattutto per l’aiuto ai senzatetto e ai più piccoli. Il murale era stato commissionato proprio per onorare i suoi sforzi in tal senso, ed era basato su una fotografia di Daniel Cheetam. Lo stesso Akse, dopo aver visto cosa aveva scatenato quel gesto di solidarietà, ha commentato “La risposta della comunità locale è stata sorprendente. Mostra cosa può succedere se tutti si uniscono”.

Difendere chi ha difeso

A coronare la marea di post-it un grosso cuore di cartone, con la scritta “Ci hai difeso più volte. Ora è il momento per noi di difenderti”. Questa ondata di solidarietà è arrivata fino al campione, che ha rivelato di essersi commosso. “La risposta a Withington mi ha fatto piangere. Le comunità che mi hanno sempre abbracciato continuano a sostenermi. Sono Marcus Rashford, 23 anni, uomo di colore di Withington e Wythenshawe, South Manchester. Se non altro, ho ancora questo. Per tutti i messaggi gentili, grazie. Tornerò più forte. Torneremo più forti”.