Questa è la settimana decisiva per quanto riguarda la formazione del governo Draghi. I nodi da sciogliere sono tre: il programma, la squadra dei ministri e la durata del governo stesso. Draghi è pronto e determinato: l’ex presidente della BCE non prevede trattative estenuanti.
Come sarà il governo Draghi?
Il governo Draghi è in cammino e sembra intenzionato a prendere una direzione ben precisa. Draghi ha intenzione di sottoporre ai gruppi una piattaforma programmatica. Il premier costruirà la squadra di governo sulla base del programma. Una cosa sembra certa: l’unico modo per superare la crisi economica e sanitaria è la coesione sociale. Draghi aspetta risposte dai partiti tra oggi e domani, ma è stato chiaro: no a trattative estenuanti. Il governo Draghi potrebbe prevedere tecnici d’area, senza personalità politiche né leader di partito.
Le priorità da cui partire
In cima alle priorità c’è il sistema sanitario e le risorse da destinarvi attraverso il recovery fund. C’è anche il piano vaccinale, che per il momento va a singhiozzo. Tra due mesi scade il blocco dei licenziamenti, altro tema di una certa urgenza e ci sono i giovani, categoria colpita duramente dal lockdown. L’agenda è fitta da far paura ed i partiti dovranno confrontarsi e cercare di collaborare per arrivare a soluzioni efficaci. Un primo intervento riguarderà il blocco agli spostamenti tra Regioni gialle, che scade il 15 febbraio.
La nuova maggioranza del governo Draghi dovrà collaborare
Mentre Giuseppe Conte fa sapere di non voler partecipare alla squadra di governo, dai partiti parte un’istanza che mira a incidere sulla durata del governo. Il leader della Lega Matteo Salvini ha ricordato il governo Parri, durato circa 6 mesi. L’istanza quasi certamente non scivolerà sulla scrivania durante le consultazioni, ma non scomparirà nemmeno. Tra i partiti è diffusa l’idea che il nuovo governo debba portare l’Italia fuori dall’emergenza economica e sanitaria, fino all’elezione del presidente della Repubblica nel 2022, per poi prendere nuova forma.