giovedì, Aprile 18, 2024

Gli Emirati progettano una città spaziale per l’uomo

Gli Emirati sono notoriamente un Paese all’avanguardia quanto a innovazione tecnologica. Pertanto, non sorprende l’ultimo progetto pionieristico di Dubai di costruire la prima città marziana per ospitare l’umanità quando la vita sulla Terra non sarà più sostenibile. Quindi, via libera a capsule pressurizzate, innovazioni ingegneristiche di alto livello e biosfere capaci di portare la vita nell’atmosfera rarefatta. Il tutto nel cuore del deserto arabo. Vediamo di cosa si tratta.

Gli Emirati edificheranno Marte?

Ebbene sì gli Emirati hanno l’intenzione di costruire città spaziali: l’obiettivo è Marte, il Pianeta Rosso. Del resto, la metropoli è sinonimo di innovazione tecnologica. Qualche esempio? I suoi vigili del fuoco sono equipaggiati con jet pack e interi arcipelaghi nascono da zero tra le dune del deserto. In più, i suoi edifici sono famosi per raggiungere vette vertiginose come la Burj Khalifa, la torre di 830 metri d’altezza. Pertanto, chi si trovi a visitare l’Emirato per la prima volta potrebbe pensare di essere incappato nel set cinematografico di un film fantascientifico. Soprattutto ora che la città ha annunciato il suo progetto più ambizioso: la costruzione della prima città marziana destinata a ospitare l’umanità in futuro.

Le ambizioni spaziali degli Emirati

Nel 2017 gli Emirati Arabi Uniti avevano annunciato l’intenzione di colonizzare Marte entro i prossimi 100 anni. In ragione di ciò, gli architetti hanno iniziato a studiare una città capace di assicurare la vita nell’atmosfera rarefatta di Marte. Il progetto pionieristico, chiamato Mars Science City, sarebbe testato tra le dune del deserto di Dubai. Originariamente, avrebbe occupato un’area di 176.000 metri quadrati, una superficie superiore a trenta campi da calcio. Il tutto a un costo di circa 135 milioni di dollari.

Primo prototipo delle future città spaziali

L’intenzione, poi, sarebbe stata di trasformare la città spaziale nella location del Mohammed Bin Rashid Space Center (MBRSC) di Dubai. Il centro, infatti, è incaricato di sviluppare la tecnologia necessaria a colonizzare Marte. Pertanto, gli architetti del Bjarke Ingels Group (BIG) avevano il compito di elaborare un primo prototipo di città marziana in grado di assicurare la vita in assenza di atmosfera.

Le sfide di Dubai per costruire la città spaziale

Innanzitutto, gli architetti hanno dovuto studiare un modo per portare la vita in un ambiente tanto inospitale come quello del Pianeta Rosso. Infatti, Marte possiede un’atmosfera estremamente sottile ed è totalmente privo di campi magnetici che lo espongono alle radiazioni solari. In secondo luogo, gli esperti hanno dovuto gestire il problema termico: infatti, su Marte la media è -63° C anche in ragione dell’atmosfera molto sottile. E questo comporta la scarsa pressione dell’aria, per cui sul Pianeta i liquidi evaporano rapidamente trasformandosi in gas. In pratica, nonostante le gelide temperature il sangue umano “bollirebbe” se non adeguatamente protetto. 

Le dichiarazioni degli esperti

Jonathan Eastwood, direttore dello Space Lab dell’Imperial College di Londra ritiene che le sfide poste dalla possibilità della vita su Marte vadano oltre i tecnicismi. Pur non collegato al progetto di Dubai ha commentato: “Penso che la più grande sfida in termini di presenza su Marte non sia quella ingegneristica ma quella umana. Quindi la questione non è tanto come si sopravviverà, ma come ci si manterrà?”. 

Un progetto ambizioso

Alla CNN Jakob Lange, partner del gruppo incaricato di creare il prototipo, ha raccontato come si stia cercando di superare le sfide per consentire la vivibilità di Marte. Non più vincolata dalle leggi dalla fisica, l’architettura sul Pianeta Rosso potrà superare i confini dettati dalla gravità terrestre. Infatti, come ha osservato Lange, su Marte “è presente circa un terzo della gravità” in meno di quella terrestre.

Qualche dettaglio in più

Attualmente, gli scienziati stanno studiando dei biodomi pressurizzati, ossia cupole rivestite da una membrana di polietilene trasparente. Tali biosfere sarebbero costruite in funzione dell’aumento della popolazione: da villaggi intercomunicanti a città toroidi dalla forma di ciambella. Inoltre, l’ossigeno necessario sarebbe ricavato dallo strato di ghiaccio del suolo marziano. Quindi, ogni singolo centro sarebbe alimentato e riscaldato attraverso l’energia solare. In questo modo, ha spiegato Lange, si sfrutterebbe la sottile atmosfera per mantenere costante la temperatura nelle cupole.

Gli Emirati come pensano la vita su Marte?

Gli incaricati del progetto hanno deciso di conferire alle abitazioni un certo design: i palazzi sarebbero edificati con materiali del suolo marziale a 6 metri di profondità. E questo per proteggere la popolazione da radiazioni e meteore. Quanto all’illuminazione Lange ha rivelato che si ricaveranno dei lucernari poi riempiti d’acqua. Eastwood ritiene che l’idea sia piuttosto elegante e sensata. Infatti, secondo l’esperto ciò consentirebbe “una presenza duratura” su Marte. Nonostante il MBRSC abbia annunciato che Science City sia ancora in fase embrionale, gli scienziati stanno studiando il modo di adattare le capsule al deserto di Dubai.

Gli ulteriori sviluppi

Secondo il progetto della BIG, le cupole di Mars Science City e i laboratori di ricerca conterranno una struttura educativa, un museo, un anfiteatro e uffici operativi per lo scambio di informazioni. Anche se non esiste un vero e proprio calendario dei lavori, l’organizzazione ha assicurato che al momento sta conducendo studi dettagliati per un prospetto di costi e superficie interessata.

Gli Emirati e lo spazio sempre più vicino

Ad ogni modo, la città spaziale è solo parte dell’ambizioso progetto del Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai, come dimostra il crescente interesse degli Emirati per lo spazio. Lo scorso anno, infatti, il MBRSC ha inviato primo astronauta nello spazio. Inoltre, sembra che per l’estate abbia in programma il lancio della prima navicella spaziale, mentre la prima missione spaziale in assoluto è in agenda a novembre.

I prossimi appuntamenti

Quest’estate gli Emirati Arabi Uniti sono pronti a lanciare la Mars Hope Probe (o “Al Amal” in arabo). La navicella di 1.350 kg raggiungerà il Pianeta Rosso nel febbraio del 2021. Se tutto andrà per il verso giusto, la sonda arriverà in concomitanza delle celebrazioni per il 50° anniversario dell’Istituzione degli Emirati. Inoltre, sarebbe la prima orbita su Marte. Adnan Al Rais di MBRSC ha commentato: “Questa sarà la nostra piattaforma per sviluppare la tecnologia che sosterrà le nostre future missioni su Marte“. E ha aggiunto: “Vogliamo creare una struttura totalmente nuova che aiuti la comunità internazionale“.

La prima missione spaziale per gli Emirati

La missione partirà dalla Russia e durerà circa otto mesi. La squadra internazionale sarà composta da sei astronauti tra cui un membro dell’equipaggio degli Emirati. Lo scopo sarà testare gli effetti sulla salute (fisica e mentale) dell’isolamento. Il lancio avverrà contestualmente alla Perseverance Rover della NASA e alla prima missione cinese su Marte, la Tianwen 1.


Gli Emirati Arabi Uniti lanciano la prima sonda araba verso Marte
Ulteriori aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale di MBRSC a questo link.

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