venerdì, Marzo 29, 2024

Gli aforismi di Proust: letteratura enfatica inconfondibile

Gli aforismi di Proust ci fanno capire subito quanto egli fosse innamorato della letteratura, della musica, dell’arte e della poesia. Ricordiamo Marcel Proust quale scrittore e romanziere favorito da un talento eccezionale. Un pensatore avvantaggiato da una brillantezza di spirito rarissima.

Gli aforismi di Proust, scrittura meravigliosa

Leggi la biografia di Marcel Proust: Marcel Proust uomo o opera?


Marcel Proust: fondamentale scrittore della letteratura europea

Lo scrittore della monumentale opera Alla ricerca del tempo perduto emerge come fondamentale scrittore della letteratura europea e mondiale.

La condizione economica agiata della famiglia di Marcel Proust gli permise di trascorrere le giornate fra i salotti dell’alta borghesia e dell’aristocrazia parigina. Il romanziere francese scrisse con delicatezza ma raffinata ironia di quegli ambienti, della malìa e al contempo dell’ipocrisia. Dipinse vizi e virtù dei suoi contemporanei.

La sua opera ci parla di Parigi nella Terza Repubblica Francese. Ci racconta la capitale francese sconvolta dai fatti della Comune e dai disordini della Prima Guerra Mondiale. Proust immortala il crollo dell’aristocrazia e l’ascesa della classe borghese.

Gli aforismi di Proust

Gli aforismi di Proust: la meraviglia della scrittura

Negli aforismi di Proust, estratti dei suoi meravigliosi scritti, troviamo indagini sul tempo, sulla memoria, sull’uomo e sulla vita. Leggiamo i pensieri più reconditi, trascrizioni delle emozioni e delle inquietudini dello scrittore.

Oggi ne proponiamo dieci. Una scelta difficile considerando la bellezza dell’immenso testamento letterario che Marcel Proust ci ha lasciato.

Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”.

Dobbiamo essere grati alle persone che ci fanno felici; esse sono gli affascinanti giardinieri che fanno la nostra anima”.

Una persona non muore subito per noi, ma resta immersa in una specie di aura di vita che non ha nulla di una reale immortalità ma che fa sì che essa continui a occupare i nostri pensieri proprio come quando era viva. È come in viaggio”.

Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale”.

L’amore è lo spazio ed il tempo resi sensibili al cuore”.

Gli aforismi di Proust da La ricerca del tempo perduto

L’abitudine! ordinatrice abile ma terribilmente lenta, che comincia con il lasciar soffrire il nostro spirito, per settimane, in una sistemazione provvisoria; ma che, nonostante tutto, esso è ben contento di incontrare, giacché senza l’abitudine, e ridotto ai suoi soli mezzi, sarebbe impotente a renderci abitabile una casa”.

“[…] la saggezza della gente non innamorata a cui pare che un uomo di spirito dovrebbe essere infelice solo per una persona che lo meriti; pressappoco è come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di colera a causa di un essere così piccolo come il bacillo virgola”.

Non vi sono che due classi di esseri: i magnanimi e gli altri”.

Ogni bacio chiama un altro bacio. Ah! nei primi tempi di un amore i baci nascono con tanta naturalezza! Spuntano così vicini gli uni agli altri; e a contare i baci che si è dati in un’ora si faticherebbe come a contare i fiori di un campo nel mese di maggio”.

Gli aforismi di Proust, la recherche

Proust e la famosa “madeleine”

Mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda”.

Due nuovi libri illuminano il lavoro di Marcel Proust

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