venerdì, Aprile 19, 2024

Giulio Regeni: le vittime del regime egiziano dal 2013

Sono passati quattro anni dalla morte di Giulio Regeni, studente catturato ed ucciso in Egitto, ma la vicenda scuote ancora l’opinione pubblica. La sorte toccata a Regeni è uguale a quella di molti altri. Si stima che dal 2013 siano più di un migliaio i detenuti uccisi dalla dittatura egiziana. La cifra salta fuori da un rapporto del Comitato per la giustizia, che ha sede a Ginevra.

Chi era Giulio Regeni?

Giulio Regeni era un dottorando italiano dell’Università di Cambridge. Rapito il 25 gennaio 2016, giorno del 5° anniversario delle proteste di piazza Tahrir, lo ritrovarono senza vita il 3 febbraio nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. Il corpo mostrava segni di tortura. L’uccisione di Giulio Regeni ha in seguito creato in tutto il mondo, e soprattutto in Italia, un dibattito politico che ancora oggi persiste e riempie le pagine dei quotidiani. I depistaggi dei servizi segreti egiziani hanno portato gli inquirenti e l’opinione pubblicare a pensare che il Governo egiziano abbia avuto un ruolo nella vicenda.

Il rapporto del Comitato per la giustizia

Il rapporto del Comitato per la giustizia fa il conto delle morti all’interno delle carceri egiziane dal 2013. Le morti sono 1.056. Il direttore del CFJ (Centre de formation des journalistes), Ahmed Mefreh, ha dichiarato: “Regeni non è stata l’unica vittima delle autorità egiziane. Dopo di lui sono arrivati ​​il ​​cittadino francese Eric Lang, l’americano James Henry Lawne e altri”. I dati del rapporto mettono i brividi: 731 sono i detenuti morti per non aver ricevuto assistenza sanitaria e 144 quelli torturati a morte. Sono poi 67 quelli morti per suicidio, 57 quelli morti per le cattive condizioni di detenzione e 29 quelli morti per altri motivi non meglio specificati.

Le reazioni al rapporto divulgato

Emmanuel Macron ha dichiarato che l’Egitto resta un alleato della Francia. Il presidente francese ha ricevuto Al-Sisi, presidente egiziano, conferendogli le Legion d’Onore, la più alta onorificenza del Paese. Le organizzazioni internazionali in difesa dei diritti umani hanno contestato l’incontro tra i due leader, accusando Macron di aver chiuso un occhio sulle crescenti violazioni delle libertà da parte del governo di al-Sisi.

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