venerdì, Aprile 19, 2024

Giovani “affamati” di Giga: nel panico senza la Rete

E’ l’ epoca di you tube ovunque, delle mail da scaricare in tempo reale, delle irresistibili notifiche dei social, delle foto scattate e istantaneamente pubblicate. Si è, dunque, perennemente “connessi”, come se senza “rete” non si riuscisse lucidamente più a “connettere”. E se sotto una metro o in una località amena questa rete non c’è, o se semplicemente sono finiti i giga, si fa fatica ad accettare lo stato di isolamento dal mondo virtuale, e, a continuare serenamente le propria esistenza.

Si finisce allora con l’evitare luoghi “a rischio di assenza campo”; e proliferano, offerte di tutti i gestori telefonici, per soddisfare questa fame di rete: tot giga a settimana piuttosto che al mese, oppure, preferibilmente, giga illimitati per rassicurare i più ansiosi. La dipendenza da internet coinvolge tutti in modo più o meno consapevole; è ovviamente un fenomeno che riguarda innanzitutto i giovani, ma da cui non restano immuni anche le prime generazioni degli anta.

I GIOVANISSIMI E LA DIPENDENZA

Da recenti studi condotti dalle Università di Roma La Sapienza e quella di Milano La Cattolica, in media, circa il 45% degli studenti passa on line 5-6 ore al giorno, con la medesima intensità sia durante la settimana (in cui gli impegni dovrebbero essere maggiori) che nel week-end. Picchi ancora più alti si registrano tra i minorenni. In base all’analisi, si stima che l’utente medio controlli il proprio smartphone tra le 10 e le 20 volte all’ora, praticamente quasi ogni 3 minuti, per acquisire le nuove notifiche.

Già già nel ’95 lo psichiatra Ivan Goldberg aveva coniato l’espressione “Internet Addiction Disorder” (I.A.D.), per definire un abuso dell’utilizzo di questa tecnologia, con delle conseguenze negative importanti sulla propria vita. Nel dettaglio, tra i sintomi di dipendenza ci sono:

  • Necessità di trascorrere in rete un tempo sempre maggiore e di connettersi continuamente
  • Marcata riduzione dell’interesse per ogni altra attività “reale” che non riguardi l’uso di Internet
  • Agitazione, inquietudine e sintomi depressivi, qualora vengono interrotte le “attività virtuali”

Ancora, tra le modificazioni psicologiche e fisiche prodotte nell’individuo dipendente dalla rete, ci sono:

  • Impoverimento delle relazioni interpersonali e alterazione della percezione del tempo
  • Tendenza a sostituire il mondo reale con un luogo virtuale, nel quale si cerca di costruire un proprio mondo personale
  • Aumento di problematiche fisiche come tunnel carpale, dolori alla cervicale e alla schiena, problemi alla vista
  • Sentimenti soggettivi di inadeguatezza, insicurezza, bassa autostima e problemi relazionali

I POSSIBILI RIMEDI

Le soluzioni per sconfiggere questa dipendenza e vivere in modo più sano?

Può sembrare un controsenso, ma sono proprio le app degli stessi smartphone “incriminati” a fornire soluzioni per vincere quest’ossessione. Ne citiamo alcune:

  • RealizD fornisce una serie di statistiche utili per analizzare l’uso che si fa del cellulare.Si potranno sapere quanti minuti si sono già spesi con lo smartphone, quante “sessioni” di utilizzo si sono effettuate, quanto è durata la sessione più lunga. Si potranno visualizzare le stesse statistiche su base settimanale e mensile, per scoprire i propri momenti di picchi di utilizzo (fasce orari, giorni della settimana), fissare quindi limiti di utilizzo e notifiche sul display avviseranno sulla soglia superata.
  • Forest rispetto a RealizD, punta meno alle statistiche è più al  lato green. Permette infatti di impostare delle sessioni di “non utilizzo” dello smartphone, durante le quali sul display comparirà una piantina, che col passare dei minuti comincerà a crescere. Tanto maggiore sarà la durata della sessione decisa, tanto più grande sarà l’albero che maturerà al termine. Per non uccidere la piantina all’istante, però, non si dovrà mai sbloccare il cellulare durante quel periodo di tempo.
  • ClearLock, infine, aiuta l’utente a selezionare le app che si vogliono bloccare per alcuni periodi di tempo in cui non potrà più accedere a quelle applicazioni, né ricevere le relative notifiche.
    In caso di emergenza, basterà riavviare il telefono per poter di nuovo usufruire delle app “congelate”.

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