Giornata Internazionale per l’eliminazione della Fistola Ostetrica

Il 23 maggio è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Fistola Ostetrica, un’urgente tematica che invade non solo la sfera della sanità ma anche quella della parità di genere.

Cos’è la fistola ostetrica?

Un proverbio africano dice: “Il sole non dovrebbe mai sorgere o tramontare due volte su una donna durante il travaglio”. Eppure non è così. Almeno 2 milioni di donne nei Paesi in via di sviluppo subiscono le conseguenze delle fistole ostetriche, la maggior parte delle quali sono proprio Africane. La fistola ostetrica è una lacerazione da parto che mette in comunicazione la vagina della donna con la vescica, il retto od entrambi, favorendo il passaggio di urina e di feci, con conseguenti problemi d’incontinenza urinaria e o fecale. La fistola ostetrica è causata da diversi giorni di travaglio senza un intervento medico. Il nascituro muore nella maggior parte dei casi, mentre per le donne le conseguenze sono sociali e psicologiche. Le donne con fistole ostetriche, infatti, vengono spesso ripudiate dal marito, escluse dalla comunità e colpevolizzate per la loro condizione.

Fistola ostetrica tra gli obiettivi dell’Agenda 2030

Nonostante questa problematica risulti sconosciuta ai più, si tratta di una delle peggiori complicanze da parto. Essa si lega indissolubilmente all’obiettivo numero 5 e numero 3 dell’Agenda 2030, per la creazione di un mondo più sostenibile. Il numero 5 mira alla parità di genere e a sradicare ogni forma di violenza fisica e psicologia. Ecco perché bisogna agire affinché il “post fistola” non catapulti le donne in una bolla di esclusione, causata dall’inconsapevolezza della morale collettiva. L’obiettivo numero 3, invece, vuole garantire le condizioni di salute, con una particolare attenzione alla riduzione del tasso mondiale di mortalità materna. Necessario, allora, portare alla luce il problema delle fistole ostetriche, andando ad agire assicurando prevenzione, assistenza sanitaria e supporto alla ricerca e allo sviluppo anche nei Paesi più in difficoltà.

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