giovedì, Marzo 28, 2024

Giorgio Verdolina racconta la naja e gli obblighi militari

Con la guerra in Ucraina si torna a parlare di esercito europeo e di leva militare obbligatoria. Un’esperienza cui l’Italia ha detto addio nel 2005, ma che ha formato diverse generazioni alla disciplina e al rispetto delle regole. Un racconto particolareggiato, quasi diaristico, di cosa significasse per tantissimi giovani la chiamata alle armi è contenuto nel libro di Giorgio Verdoliva, Passo Cadenza (TotoTravel, Streetlib, 2021). 


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Chi è Giorgio Verdoliva?

Nato a Firenze nel 1966, ha avuto sempre familiarità con la vita militare e la scrittura. Ultimo di quattro figli, padre Carabiniere d’origine stabiese, in servizio alla Scuola Sottufficiali vicino Santa Maria Novella, Giorgio ha redatto a otto anni il primo romanzo. Nel 1970, dopo il congedo del padre dall’Arma, si è trasferito con la famiglia in provincia di Bologna dove vive tuttora. Dei tanti inediti chiusi in un cassetto, ha pubblicato Che rossa! e Passo Cadenza.

Passo cadenza

Un romanzo autobiografico, ricco di ricordi e riflessioni sul servizio di leva. Il titolo deriva dal passo che scandiva le marce degli artiglieri. Chiamato in servizio nonostante una fastidiosa sordità rinogena congenita, Giorgio è destinato alle caserme di Savona, Bracciano, Casarsa e Treviso. Dodici mesi, un tempo come sospeso per tanti giovani costretti a lasciare il lavoro o gli studi, mal sopportato da alcuni, ricco di esperienze nuove e avventure goliardiche per altri. Per tutti, però, la naja, come era popolarmente chiamata, segnava il momento di passaggio dalla giovinezza più o meno spensierata all’età adulta della maturità e delle responsabilità. 

La caserma e l’esercito per Giorgio Verdoliva

Al centro della narrazione vi è la vita di caserma, con i suoi ritmi e riti quotidiani. Gli episodi di nonnismo, le libere uscite, i commilitoni della camerata, le letture clandestine durante il turno di piantone, quando il tempo non passa mai. I primi approcci con le ragazze, i periodi di licenza, l’infermeria, l’attesa del congedo, i rapporti non sempre facili coi superiori. L’autore non si ferma ai rapporti gerarchici ma indaga le personalità, i caratteri, gli approcci alla vita che ognuno nasconde sotto la divisa, mettendone a nudo l’anima. Ne viene fuori un’umanità varia, fatta di persone comprensive e buone e «alla mano», ma anche da gente autoritaria, perfida, persino «schizzata».

La naja e gli anni Ottanta

Un’esperienza formativa, tra luci e ombre, con cui l’autore mette a fuoco le proprie aspirazioni per il futuro al di là delle attese giovanili. Costruisce una nuova presenza sociale, rivaluta i rapporti con genitori e amici. Sullo sfondo, le tensioni internazionali con la Libia di Gheddafi, l’aggressiva politica del presidente statunitense Reagan e l’esplosione nucleare della centrale di Chernobyl. L’autore di Passo cadenza, con uno stile asciutto e preciso, costruisce un ampio affresco della vita di caserma negli anni Ottanta, sotto la cui superficie si sente il rumore della vita che scorre. 

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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