A ventiquattro chilometri di profondità negli abissi dell’oceano pacifico si scatena un terremoto di nove gradi della scala richter. Era il 2011: il fenomeno causò un’incidente nucleare senza precedenti, denominato il disastro di Fukushima. Così dopo quasi un decennio dalla tragedia, il Giappone sta valutando le prospettive energetiche e forse l’industria nucleare sta per ripartire. E’ una corsa contro il tempo visto che La Terra del Sol levante con quella tragedia ha perso un decennio nucleare, una delle tante fonti di guadagno del Paese.
Giappone: perché il Paese tornerà al nucleare?
Il Giappone è sempre più vicino al ritorno al nucleare. Il motivo è molto semplice e riguarda la redditività, infatti tale attività è una delle fonti primarie di guadagno del Paese. Secondo le stime di Tokyo Electric Power Company, prendendo in considerazione il caso delle due unità dello stabilimento di Kashiwazaki-Kariwa, l’azienda giapponese aumenterebbe i suoi guadagni di quasi 1 miliardo di dollari all’anno se li riavviasse. Inoltre i volumi mancanti di produzione di energia elettrica sono stati raggiunti incrementando le importazioni di GNL, aumentate in modo significativo nel periodo 2010-2012. Basti pensare che si è passati da 96 BCm nel 2010 a 120 BCm nel 2012-2014. Anche se il lento riavvio di alcune capacità nucleari e il crollo della domanda hanno fatto crollare i massimi record, le importazioni giapponesi di GNL rimangono superiori a quelle precedenti al disastro di Fukushima.
Il decennio nucleare perduto
Gli esperti parlano di un decennio nucleare perduto, infatti il disastro di Fukischima ha recato gravi danni al Paese. Prima del 2011, Tokyo sognava in grande di portare la quota dell’energia nucleare nella produzione nazionale di elettricità ancora più alta, oltre il 40% entro il 2020 e al 50% entro il 2030. Oltre alla tragedia, anche le proteste pubbliche hanno aggravato la situazione soprattutto dopo i nuovi requisiti normativi del 2012 stabiliti dall’Autorità giapponese per la regolamentazione nucleare (NRA). Così il nucleare è andato in tilt e si è azzerato nel 2014. Anche se il Giappone ha riavviato alcuni reattori dal 2015 in poi la quota di nucleare è ancora a un magro 6-7%, una frazione di dove era un decennio fa.
Giappone: nuovi progetti
In questa fase di valutazione, gli operatori di rete giapponesi stanno lavorando per riattivare capacità inutilizzate. In primo luogo quelle che erano sul punto di commissionare quando è avvenuto il disastro nucleare di Fukushima.
Centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa
Uno dei progetti in cantiere riguarda il distretto nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, temporaneamente danneggiata e quindi inattiva a seguito di un precedente terremoto del 2007. Tokyo Electric Power Company ha presentato un’istanza di valutazione di sicurezza delle unità Kashiwazaki-Kariwa 6 e 7 nel 2013; nel 2017 l’Autorità di regolamentazione nucleare giapponese ha approvato una relazione preliminare che entrambe le unità sono conformi agli standard nazionali, elencando al contempo le misure di sicurezza aggiuntive che il reattore deve avere: rinforzi sismici, sistemi di ventilazione filtrati, diga. Secondo quanto riferito, TEPCO tende ad essere pronto con questi lavori a dicembre, spianando la strada per il riavvio delle unità.
Centrale nucleare di Onagawa
Anche la centrale nucleare di Onagawa è pronta a ripartire. Gli esperti hanno effettuato i controlli di sicurezza a febbraio 2020 e il riavvio del reattore ha già ricevuto il sostegno politico di tutte le circoscrizioni pertinenti. L’operatore dell’impianto, Tohoku Electric Power, sta lavorando sulle competenze tecnologiche della centrale. Tra le costruzioni ci sarà un sistema di fortificazione del reattore.
Il Giappone fa un passo indietro sul risparmio energetico
La prima centrale nucleare della Polonia sarà costruita nel 2026