venerdì, Aprile 19, 2024

Gian Vincenzo Gravina: Originum iuris civilis libri tres

Gian Vincenzo Gravina è un giurista italiano ed esponente della cultura, della seconda parte ‘600 ed inizi ‘700. Dall’idea di un rinnovamento in campo lirico, il letterato sostiene il progetto poetico della Duchessa di Brema Cristina di Svezia. Nel 1690, Gravina dal modello lirico della Granduchessa di Finlandia trae ispirazione, per la nascita dell’Accademia dell’Arcadia. Inoltre, il pensiero politico del giurista ottiene grande riscontro nel Settecento.

Gian Vincenzo Gravina chi è?

Gian Vincenzo Gravina nasce a Roggiano (vicino a Cosenza) il 20 gennaio 1664 e decede a Roma il 6 gennaio 1718. Dalle origini nobili, Vincenzo riceve la formazione scolastica di base, dal cugino filosofo e poeta Gregorio Caloprese. In seguito, lo studente prosegue le conoscenze culturali, presso Napoli, con la dottrina del diritto canonico.

All’età di quasi trent’anni, Gravina raggiunge Roma, dove realizza l’idea dell’Accademia dell’Arcadia. Di fatto, il letterato trae lo spunto culturale, sul modello di rinascita poetica, di Cristina di Svezia. A fronte di ciò nascono due differenti pensieri stilistici della poesia, di cui: il modello di Omero e Dante oppure di Crescimbeni e Petrarca.

Gian Vincenzo Gravina: l’idea di riforma della poesia

Alla nascita dell’Accademia dell’Arcadia, l’obiettivo giunge sulla poesia, nella forma nuova, in cui lo stile Barocco esula dagli ideali di rinnovamento. In realtà, l’idea accademica distanzia anche dagli eccessi poetici, mentre preferisce i modelli classici lirici, della razionalità. Dalla lontananza degli schemi barocchi, la letteratura genera la distinzione di riferimenti poetici diversi.

Conseguono gli stili dantesco ed omerico, in contrapposizione con il modello petrarchesco. A sostegno di una letteratura nella funzione civile, Gravina appoggia gli esempi poetici di Dante ed Omero. Al contrario, il critico letterario Crescimbeni segue la poesia del Cinquecento, dai versi di Petrarca.

A ragion per cui, le dinamiche tra le due ideologie opposte, provocano lo scisma dell’associazione accademica. Nel 1714, i sostenitori di Gravina creano l’Accademia dei Quiriti, sulla base di una funzione educativa e civile della letteratura. Tra gli studenti di Gravina, anche Pietro Metastasio e noto poeta diviene membro dell’Accademia dell’Arcadia.

La carriera e le opere

Nel 1692, Gravina partecipa a Roma agli incontri accademici, presso l’Arcadia e recita delle Egloghe. A fronte di ciò, il letterato appoggia le opere letterarie di Alessandro Guidi, ovvero poeta dello scritto Endimione. Di fatto, l’accademico esprime i principi estetici della letteratura, essa mezzo d’interazione tra poeta e lirica. Inoltre, l’artista diviene artefice di concetti astratti, che unisce alla vita sociale dell’uomo.

Consegue la dimensione poetica nella letteratura, attraverso gli elementi della conoscenza e filosofia. In seguito, Gravina ricostruisce la letteratura classica, nello studio storico della poesia antica e moderna. Ciò nonostante, il letterato influisce anche sul pensiero politico dell’epoca, con dei libri che catturano l’interesse anche del giurista francese Montesquieu.

Tra le principali opere di Gravina, si ricordano: Originum iuris civilis libri tres, De ortu et progressu iuris civilis, Delle antiche favole, Palamede, Andromeda, Appio Claudio, Papiniano, Servio Tullio, Il trattato della tragedia ed altre. Il letterato e giurista italiano decede a Roma il 6 gennaio 1718, all’età di cinquantaquattro anni.

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