giovedì, Aprile 25, 2024

Gesù: chi lo ha veramente condannato a morte?

In questi giorni, vicini alla Pasqua, è inevitabile non pensare al personaggio storico più importante, almeno per una buona parte di mondo: Gesù. Tutti abbiamo studiato tra i banchi di scuola e del catechismo della sua passione e morte. Ma nonostante questo quanti si sono fatti domande per capire qual’era il contesto storico, perchè è stato condannato a morte e da chi? E questi che lo volevano morto, di cosa avevano paura, che fosse il figlio di Dio? No, sin da allora si cita Dio, ma non si pensa ad esso nella sua vera natura. Il potere, il denaro, la cupidigia, l’invidia e l’odio sono i peccati che hanno forgiato l’umanità sino ai nostri giorni, tanto che anche il presunto figlio di un dio ( assente), ne è rimasto vittima.

L’arresto di Gesù: perchè un uomo che parlava d’amore doveva essere zittito?

La paura principale era che un uomo sovvertisse un mondo con regole che facevano comodo, soprattutto a chi stava bene. Del resto, il nazareno chiaramente si era scagliato contro i sacerdoti, additandoli come farisei, equivalente di ipocriti. I vangeli riportano vari passi di questi discorsi, come in Matteo 23,27, dove Gesù li definisce “sepolcri imbiancati”. Più volte difatti, il figlio di Maria mise in evidenza che i sacerdoti e soprattutto i sadducei tenevano più alle casse coi denari che alle anime del popolo. Quindi un sovversivo nel cuore di Gerusalemme, che voleva minare il potere della casta sacerdotale, facendo tanti proseliti attirava l’invidia e il timore di perdere le offerte votive. Secondo Giovanni, tra i timori dei sacerdoti, c’era anche quello che la sovversività, come da loro interpretata, di Gesù, potesse minare i rapporti che essi intrattenevano con i romani.


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I romani volevano la morte di Gesù?

Non è chiaro, se effettivamente i romani volessero veramente “lavarsene le mani”. Così parrebbe, del resto i vangeli vengono compilati partendo proprio da questo evento, la vita e la nascita di Gesù sono state inserite dopo. Dato che il momento fondamentale per i seguaci del nazareno sono la morte sulla croce e la resurezione, prova della divinità.

La verità storica dei Vangeli è certa?

Bisogna sempre tenera a mente che i Vangeli, non si possono considerare come documenti storici ma teologici, seppure il vangelo più completo dal profilo teologico è quello di Giovanni. Nei vangeli sinottici quelli di Luca, Matteo e Marco, troviamo, soprattutto in Luca, un voler rimarcare sulla volontà di Pilato di salvare Gesù. Una teoria induce a pensare, infatti, che Luca, il quale ha scritto il vangelo decenni dopo la morte di Gesù, fosse vicino ad ambienti romani gentilizi e volesse ingraziarseli stemperando le responsabilità romane.

Come si arrivò all’arresto di Yeshua?

Il sommo sacerdote ai tempi di Gesù era Caifa, genero dell’ex sommo sacerdote Anna. Caifa era il capo del culto ma anche il presidente del ‘Sinedrio’, un consiglio che aveva potere sia in ambito religioso che in quello civile e sociale. All’epoca gli incarichi religiosi avvevano giurisdizione anche sulla vita sociale e politica. I romani non interferivano con le questioni della popolazione locale che erano libere nelle loro pratiche culturali e private. Gli unici obblighi delle popolazioni sottomesse erano che si attenessero a pagare le tasse e riconoscessero l’autorità romana. Ma i romani, comunque, erano gli unici a poter dichiarare a morte un uomo. Quindi, l’interrogatorio fatto dal sommo sacerdote a Yeshua è servito a formulare l’accusa formale che poi in mano a Pilato, il procuratore, sarebbe diventata sostanziale, quindi di morte.

I capi d’imputazione

Sicuramente l’accusatio più grave erano le dichiarazioni riportate sulle affermazioni di Yeshua che si metteva allo stesso livello di Dio, oltre al fatto che si professava Messia e predicava 7 giorni a settimana. In realtà, non vi furono 2 processi ma uno costituito da 2 parti. Ma, poichè, niente convinse Pilato la storia continua come ci hanno raccontato. É evidente che per convincere Pilato i sacerdoti abbiano fatto leva sul potere politico che le parole di Gesù potevano implicare. Altrimenti non si spiega come mai, come riportato da Giovanni nel suo vangelo, l’iscrizione sulla croce “Gesù, il nazareno, il re dei giudei”,fu riportata in tre lingue. Questo secondo gli studiosi comporta il monito dei romani contro chi si fosse voluto mettere contro la loro autorità.

Ma chi è veramente responsabile della morte del Cristo?

Gli esegeti, studiosi dei testi antichi, si sono dibattuti per secoli per trovare una risposta in merito al vero colpevole, seppur è opinione comune che il responsabile sia Giuda l’iscariota. Forse perchè hanno letto ma non guardato bene i testi? “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato”, vorrà pur dire qualcosa! Il destino del Cristo si è compiuto per mano degli uomini, ma la volontà che lo ha spinto non era terrena.

Cate Madapple
Cate Madapple
"Scientia potentia est: sapere è potere" è questo il mantra del giornalista che ad ogni nuovo giorno sa di sapere un po' di più.

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