giovedì, Marzo 28, 2024

Gestione della pandemia in Israele: successo o fallimento?

La gestione della pandemia in Israele sembra essere un successo. Il programma di vaccinazioni contro il Covid-19 è diventato un modello per tutto il mondo. Ma è davvero un successo la gestione della crisi da parte del governo? Secondo un recente sondaggio dell’Israel Democracy Institute i residenti raccontano una storia diversa. Solo il 24% degli israeliani infatti approva la gestione della crisi da parte del governo.

La gestione della pandemia in Israele è stata un successo?

La gestione della pandemia di coronavirus in Israele sembra un successo. Il programma di vaccinazioni contro il Covid-19 è diventato un modello per un modo che desidera tornare al più presto alla vita di sempre. Il Paese ha vaccinato un terzo della sua popolazione in poco più di un mese, e oltre l’80% degli over 60. Ma è davvero un successo la gestione della crisi da parte del governo? Secondo un recente sondaggio dell’Israel Democracy Institute i residenti raccontano una storia diversa. Infatti il sondaggio mostra che solo il 24% degli israeliani approva la gestione della crisi da parte del governo. Inoltre non solo è il sondaggio a mostrare la disapprovazione della popolazione.

In questi giorni centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dalla residenza ufficiale del premier Benjamin Netanyahu per chiedere le sue dimissioni. I manifestanti, che sono scesi in piazza ogni settimana negli ultimi mesi, sostengono che Netanyahu debba dimettersi a causa del suo processo per corruzione e della cattiva gestione della crisi di coronavirus che ha piegato il Paese.  

La popolazione afferma che la gestione della crisi è influenzata dall’agenda politica di Netanyahu

Israele vanta il più alto tasso di vaccinazioni al mondo, tuttavia sta anche combattendo il terzo peggior tasso di infezione. Nonostante la campagna di vaccinazione, gennaio è stato il mese dove si sono registrati più morti in Israele. Sono infatti morte 1433 persone, un terzo dei 5 mila decessi registrati dall’inizio della pandemia. Inoltre gli israeliani sono stati sottoposti ai lockdown più severi e più lunghi al mondo.  

Secondo Yohanan Plesner, presidente dell’Israel Democracy Institute, molti israeliani ritengono che la gestione della crisi sia stata fortemente influenzata dall’agenda politica di Netanyahu. Anche per quanto riguarda la distribuzione del vaccino gli israeliani affermano che il successo non è dovuto al programma del governo, ma alle piccole dimensioni del Paese e del suo sistema sanitario universale centralizzato.  

La vaccinazione di massa per ora non ha dato gli esiti sperati

Netanyahu sta pubblicizzando il successo della distribuzione del vaccino per contrastare il suo processo nel quale è accusato di corruzione. Orly Almog, un membro del movimento Black Flag, una protesta anti-Netanyahu iniziata nel marzo 2020, ha affermato: “Pensa che il vaccino lo aiuterà, ma io no, perché la situazione in Israele sta solo peggiorando”. Inoltre gli esperti affermano che il vaccino non è stato così efficace nel migliorare la situazione pandemica come alcuni si aspettavano perché non è stato completamente inoculato un numero sufficiente di israeliani: il 35% ha ricevuto la prima dose, mentre il 20% ha ricevuto entrambe. Secondo Itamar Grotto, direttore generale associato presso il Ministero della Salute, la stragrande maggioranza dei nuovi casi in Israele è associata alla variante britannica, che è potenzialmente più contagiosa e difficile da controllare con i vaccini attuali.

Medici e scienziati criticano la gestione della pandemia da parte di Netanyahu

Gli oppositori politici e i manifestanti anti-Netanyahu non sono gli unici a criticare la sua gestione della pandemia. Circa 200 eminenti medici e scienziati israeliani hanno istituito due gruppi – il Common Sense Model e il Public Council for the Coronavirus Crisis (PECC) – per discutere contro quella che definiscono la cattiva gestione della crisi. I membri di questi gruppi includono ex direttori del Ministero della Salute israeliano, capi di ospedali e scuole di medicina israeliani e destinatari del Premio Nobel e del Premio Israele, la più alta onorificenza del paese. Secondo questi esperti, la dipendenza di Israele dalle chiusure nazionali è stata sia inutile che inefficace. Inoltre non vi è stata alcuna strategia ogni volta che il Paese usciva da un lockdown e questo ha creato solo caos.

Anche diversi funzionari governativi affermano che l’ultimo lockdown è stato un fallimento. Gli esperti medici concordano tutti sul fatto che le decisioni del governo sono state guidate solo dalla politica e non dalla scienza. Gli esperti ad esempio sottolineano il fatto che il governo, per non perdere voti nei quartieri ultraortodossi, non ha fatto niente per far rispettare le linee guida in quei quartieri, dove le scuole rimangono aperte e continuano a svolgersi matrimoni con folle enormi.

Vedremo se Re Bibi riuscirà a convincere la popolazione che la gestione della crisi da parte del suo governo è stata impeccabile. Per ora sembrerebbe che i cittadini vedano la gestione come un fallimento.


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