Dall’11 novembre Mudec Photo ospita una personale che ripercorre i principali reportage di guerra e di viaggio che Robert Capa realizzò durante vent’anni di carriera. Gli scatti sono di un periodo che coincide coi momenti cruciali della storia del Novecento. L’esposizione è allestita in collaborazione con l’agenzia Magnum Photos e riunisce un eccezionale corpus di immagini. Una parte del percorso è incentrata anche sul rapporto con Gerda Taro. Prosegue fino al 19 marzo 2023.
Le foto della normalità della guerra
Cosa univa Robert Capa e Gerda Taro?
A Parigi nel 1936 Robert conobbe la Gerda Taro, l’amore della sua vita e sua grande collaboratrice. Alfred Kantorowicz, storiografo tedesco volontario nelle Brigate internazionali, guardandola affascinato la descrisse così. “In pantaloni, berretto schiacciato sugli splendidi capelli biondo-rame e un elegante revolver alla cintola”. Andò in Spagna assieme a Capa dove misero le loro macchine fotografiche al servizio della Repubblica contro il Fascismo. Firmarono, “Capa-Taro”, lei con la Rollei lui con la Leica, ma scambiandosele spesso. Di molte è ancora incerto quali siano scattate dall’uno o dall’altra, anche è incerto chi scattò la foto del Miliziano morente. La donna morì a Madrid il 26 luglio 1937, dopo un tragico incidente a Brunete e il compagno non si riprese più dalla perdita. Un bel romanzo che tratta del loro rapporto è La Ragazza con La Leica di Angela Janeczek.
La mostra Robert Capa nella storia. La storia di Robert Capa
Sono esposte oltre 80 stampe originali, alcune delle quali mai presentata prima in una mostra italiana, accompagnate da documenti d’epoca provenienti dalla collezione Magnum. Nelle sette sezioni e con un percorso diacronico vengono raccontati i più importanti reportage in bianco e nero del fotografo. Quindi dagli esordi a Berlino e Parigi (1932-1936) alla Guerra Civile spagnola (1936-1939) dall’invasione giapponese in Cina (1938) alla Seconda Guerra mondiale (1941-1945). I visitatori potranno apprezzare le immagini del viaggio in Unione Sovietica (1947) a della nascita di Israele (1948-1950). Proposto anche il lavoro dell’ultimo incarico da reporter di guerra in Indocina (1954).
Fotografia e realtà, oltre a Gerda Taro
“Una foto è il ritaglio di un fatto che mostra la realtà vera a chi non era presente molto più dell’intera scena”. A partire dalla dichiarazione del grande foto-giornalista Robert Capa, la mostra cercherà di analizzare il concetto di realtà attraverso le toccanti immagini scattate dall’autore. Un affondo nella storia e nella sua tragicità, osservata, immortalata e narrata con gli occhi e le lenti di uno dei più importanti testimoni.
Come fotografo di guerra spero di rimanere disoccupato per il resto della mia vita.
Ende Friedman, Robert Capa
Robert Capa e Gerda Tardo fotografi pacifisti
Fotografo di guerra odiava le guerre, le fotografava per mostrarne il dramma e l’assurda crudeltà. Morì nel Nord Vietnam, allora Indocina Francese, a Thai Binh in 1954. La zona era sotto il fuoco intenso, e il reporter perse la vita a solo 40 anni per aver calpestato una mina a uomo. Se non fosse ucciso, probabilmente avrebbe immortalato a Dien Bien Phu la storica sconfitta del colonialismo francese. Va ricordato che la sua salma arrivò negli Stati Uniti volevano seppellirlo nel cimitero nazionale e militare di Arlngton, ma si oppose la madre. “No, mio figlio era contro la guerra e non deve essere sepolto tra i militari”.
Immagine da cartella stampa.