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Gerald Ford: il presidente Usa mai eletto dal popolo

Il 26 dicembre 2006 a Rancho Mirage, in California, moriva Gerald Ford. Un nome, questo, che probabilmente a molti non sarà conosciuto, nonostante si tratti del 38° Presidente degli Stati Uniti d’America, in carica dal 1974 al 1977. La sua è stata una vicenda molto particolare e per certi versi storica, poiché è stato il primo leader della Casa Bianca non eletto direttamente dal popolo. Ford infatti subentrò al dimissionario Nixon, e la sua esperienza alla guida degli USA fu talmente ricca di colpi di scena, di situazioni controverse e anche di simpatiche gaffe che ancora oggi rendono Gerald Ford una delle figure più originali e imprevedibili d’America.

Nato il 14 luglio 1913 a Omaha, Gerald Ford in origine non si chiamava così. All’anagrafe risultava come Leslie Lynch King Jr. Il padre era un uomo violento e picchiava spesso la moglie: al culmine di una lite durante la quale minacciò con un coltello di uccidere la consorte, il figlio e la bambinaia, andò via di casa. Arrivò poi il divorzio e nel 1919 la madre del piccolo Leslie si sposò nuovamente con un commerciante del Michigan, Gerald Rudolf Ford. Fu in questo periodo che la donna decise di cambiare il nome al suo bambino in Gerald Rudolf Ford Jr. In realtà, il secondo marito della madre non lo adottò mai ufficialmente, e per questo motivo l’autorizzazione al cambiamento del nome arrivò dopo diversi anni, quando ormai il ragazzo aveva 21 anni.

Gerald Ford presidente usa
La vita di Gerald Ford, 38° presidente degli Stati Uniti.

Gerald Ford durante gli studi fu anche un promettente giocatore di football. Dopo essersi laureato si arruolò nella marina militare statunitense e combattè durante la Seconda guerra mondiale. Rientrò in patria nel 1946 e da lì diede il via alla sua carriera politica con i Repubblicani, e fu eletto alla Camera senza alcuna sosta dal 1949 al 1973.

Gerald Ford a sorpresa Presidente degli Stati Uniti

La lunga esperienza politica di Gerald Ford andò incontro ad un’autentica rivoluzione a partire dal 1973, quando l’allora vicepresidente degli Stati Uniti, Spiro Agnew, rassegnò le proprie dimissioni dopo essere stato accusato di corruzione e riciclaggio di denaro. Di conseguenza ci si appellò al 25° emendamento della Costituzione americana, secondo cui il nuovo vice deve essere indicato dal presidente, ma la sua candidatura deve essere comunque approvata dal Congresso. A causa dello scandalo, Nixon si trovava in una posizione di debolezza politica e così preferì consultarsi con i membri del Congresso sull’uomo da scegliere in qualità di sostituto del dimissionario Agnew. La risposta fu chiara e inappellabile: Ford.

Il dimissionario Nixon fu sostituito da Gerald Ford.

Il navigato repubblicano era considerato come un onesto lavoratore, dal carattere umile e non arrivista, l’ideale per ricoprire la carica di vicepresidente Usa in un momento così delicato per il Paese. Ma i colpi di scena non erano affatto terminati. Infatti il 6 dicembre 1973 Nixon per la prima volta nella storia presentò le sue dimissioni dalla carica di presidente statunitense, travolto dallo scandalo Watergate. Inevitabilmente, l’8 agosto 1974, Gerald Ford gli subentrò, arrivando così alla Casa Bianca senza essere eletto dal popolo.

L’insolita presidenza Ford

Gerald Ford, uomo dal carattere mite ed equilibrato, era pienamente consapevole della delicatezza della sua posizione di fronte ad un elettorato che non lo aveva affatto scelto come suo presidente. Per questo motivo, con una certa umiltà ed una estrema sincerità che piacquero ai cittadini americani, in occasione del suo discorso di insediamento disse: “Sono consapevole che non mi avete eletto presidente con i vostri voti. Vi chiedo di confermarmi alla presidenza con le vostre preghiere”.

gerald ford e first lady
Gerald Ford: i passaggi chiave della sua presidenza

Tra le prime, controverse decisioni prese da Ford durante il suo insolito mandato, ci fu quella relativa alla grazia concessa a Nixon. Il neo-presidente spiegò di aver agito in quel modo perché ormai la crisi era alle spalle e perché l’ex leader statunitense era stato estromesso dalla vita politica del paese, dunque sarebbe stato inutile continuare ad accanirsi contro di lui. Ci furono vibranti proteste da parte del popolo e di numerosi esponenti politici, ma nel tempo Ford continuò a difendere la sua scelta. Ad esempio, nel 2001 la motivò con le seguenti parole: “L’unico modo per permettermi di concentrarmi al massimo sui problemi del paese, e non su quelli di Nixon”.

Umile e sincero, il 38° Presidente Usa passò alla storia anche per la sua simpatica goffaggine. Si rese infatti protagonista di alcune gaffe memorabili. Ad esempio nel 1975, quando era a Salisburgo, scivolò sulla scaletta dell’aereo. L’anno successivo, durante una cena di Stato, danzò con la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, ma dopo ammise candidamente che era stato in difficoltà perché aveva spesso fatto confusione tra “sua altezza e sua maestà”.

Gli attentati a Gerald Ford e la sfida a Carter

Durante il suo mandato, Gerald Ford dovette fare i conti anche con due attentati alla sua persona. Il primo assalto si ebbe nel settembre del 1975 quando un uomo puntò una pistola contro di lui e fu fondamentale l’intervento di un poliziotto della scorta che fermò l’aggressore prima che aprisse il fuoco. Il secondo attacco invece avvenne a San Francisco quando fu una donna a sparare contro il presidente, sfiorandolo. La responsabile dell’attentato fu poi bloccata da un marine in pensione.

Tornando alla politica, nel 1976 Ford riuscì a vincere le primarie nel suo partito, battendo Ronald Reagan e diventando così il candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. Il Partito Democratico gli contrappose Jimmy Carter, governatore della Georgia e imprenditore prestigioso appoggiato dalla maggioranza dell’elettorato religioso. Questi fin da subito fu considerato il grande favorito per il successo elettorale, e in effetti nei primi sondaggi si cominciò a parlare di un vantaggio di circa 33 punti sul presidente uscente.

Carter però in campagna elettorale pagò la sua scarsa scaltrezza politica, e commise una serie di errori che consentirono a Ford di recuperare terreno. Il suo programma fu considerato poco concreto, soprattutto perché non dava risposte certe sulla Guerra Fredda. L’avversario repubblicano ne approfittò per etichettarlo come uomo debole e inadatto a diventare Presidente degli Stati Uniti.

La sfida tra Ford e Carter alle presidenziali.

Il candidato democratico poi perse gran parte dei consensi quando rilasciò un’intervista a Playboy nella quale ammise di aver desiderato in più di un’occasione una donna diversa dalla moglie. Nonostante il tono ironico, la base religiosa che lo aveva sostenuto fin da subito cominciò ad allontanarsi da Carter, il quale iniziò a perdere quell’immagine di uomo integerrimo e onesto che aveva sbandierato fino a quel momento. E così alla vigilia del confronto televisivo con Ford, la stampa sottolineò che il repubblicano si stava avvicinando sempre di più al rivale nei sondaggi.

Durante il primo dibattito in Tv fu Gerald Ford ad avere la meglio. Quest’ultimo però fece un brutto scivolone nel secondo faccia a faccia. Parlando della Guerra Fredda, infatti, disse che nell’Europa dell’est non c’era alcun predominio dell’Unione Sovietica. Di fronte all’imbarazzo e all’incredulità del conduttore, il presidente americano provò a spiegarsi chiamando in causa la Jugoslavia, dimenticando però che a quell’epoca non era parte neanche del Patto di Varsavia. Quasi certamente queste affermazioni costarono all’esponente del Partito Repubblicano la vittoria alle elezioni.

Il nuovo Presidente Usa divenne Carter seppure con un vantaggio di appena il 2% dei voti su Ford. Questi, comunque, quando andò via dalla Casa Bianca, fu salutato con parole di stima, tra le quali giunsero proprio quelle del nuovo leader democratico che lo ringraziò pubblicamente “per aver guarito il nostro paese”. Dunque il presidente non eletto dal popolo dopo lo scetticismo iniziale era riuscito a guadagnarsi l’apprezzamento dei cittadini e del mondo politico statunitense perché si era sempre comportato da uomo onesto, retto, e privo di qualsiasi brama di potere.

Gerald Ford diventò così una delle voci più autorevoli della politica americana. Fu tra i pochi repubblicani ad appoggiare la proposta di inserire maggiori limitazioni alla vendita delle armi, e nel 2001 si espresse a favore delle coppie omosessuali, quando in quel periodo anche tra i democratici c’erano dei dubbi in tal senso. Infine nel 2004 affermò che Bush aveva sbagliato ad invadere l’Iraq.

Gerald Rudolph Ford nasceva il 14 luglio del 1913

Al momento della sua morte il 38° Presidente degli States riuscì a lasciare ancora una volta il segno. Deceduto quando aveva 93 anni e 165 giorni, stabilì il record del leader della Casa Bianca vissuto più a lungo, e ancora oggi questo primato gli appartiene.

Patrizia Gallina
Patrizia Gallina
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria. Conosciuta come scrittrice, attrice, cantante e modella, è nata nella città di Genova. Ha conseguito la laurea in Scienze Umanistiche presso l'Università degli Studi di Genova. Coltivo da sempre la mia passione per l'arte, la fotografia, la moda, il giornalismo e il calcio.

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