sabato, Ottobre 12, 2024

Genocidio in Yemen: Wallace accusa Ue di complicità

Il genocidio in Yemen è anche una responsabilità dell’Ue. Questa l’accusa dell’europarlamentare irlandese nei confronti dell’Europa che sembra tollerare i crimini sauditi. Soprattutto la sua colpa più grande è un uso arbitrario dei diritti umani, mentre una guerra civile sta logorando il popolo yemenita ormai da cinque anni. Ecco com’è la situazione.

Genocidio in Yemen: che ruolo ha l’Europa?

Il genocidio in Yemen pesa sulla coscienza della comunità europea. Questo per l’irlandese Mick Wallace che nei giorni scorsi ha accusato l’Unione di complicità nel massacro degli yemeniti. Col suo silenzio l’Ue da una parte avrebbe avvallato l’efferatezza saudita in Yemen e dall’altra dimostrerebbe un uso strumentale dei diritti umani per attaccare gli altri Paesi. Questo ha denunciato Wallace nel post inviato dal suo profilo Twitter. Più precisamente, il parlamentare ritiene che l’Europa sia colpevole di non aver contrastato le violazioni dei diritti umani commesse da Riad. Per questo sarebbe “complice del genocidio compiuto da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti” che non solo “ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone” ma è anche il motivo per cui “milioni [di individui] soffrono la fame“.

L’accusa di Wallace

Soprattutto, Wallace ha criticato l’Europa per la sua ipocrisia perché sembra evocare i diritti umani quando siano un’arma contro paesi come Cina e Iran. A guisa di ciò ha rilevato come l’Europa stia premiando “l’opposizione in Biellorussia” solo per contrapporsi al Cremlino. Nonostante l’Ue condanni gli invasori sauditi per l’assedio e l’oppressione del popolo yemenita, molti Stati del Vecchio Continente continuano a vendere armi alla coalizione araba. Tra questi Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. E Italia. Mentre nel marzo 2015 diverse organizzazioni internazionali si sono rivolte alla Corte penale internazionale affinché aprisse le indagini contro i crimini dell’Arabia Saudita in Yemen.

Com’è la situazione?

Lo Yemen è teatro di una delle peggiori crisi umanitarie a livello mondiale. Anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) lancia l’allarme: “Dopo cinque anni di guerra il Paese è allo stremo e oltre l’80% della popolazione ha perso tutto”. E avverte: “La vita di milioni di bambini, donne e uomini è a rischio per fame, colera, mancanza di acqua”. Infatti, circa 24 milioni di persone soffrono per le conseguenze di una guerra civile che troppo spesso le costringe ad abbandonare le proprie abitazioni. Secondo quanto riferiscono le organizzazioni umanitarie, la maggior parte degli sfollati contrae malattie come il colera perché costretto a vivere in condizioni di sovraffollamento e scarsità d’igiene.  

Il genocidio in Yemen

Il conflitto riguarda i due opposti schieramenti di sciiti e sauditi. Da una parte le fazioni sciite di Houti che dal 2015 controllano la capitale Sana’a sostenute dall’Iran. Dall’altra, la coalizione guidata dall’Arabia Saudita del blocco sunnita degli Emirati Arabi con l’appoggio dei militari USA. Estremamente frammentato, lo Yemen è sotto il controllo quasi esclusivo dello stato islamico e di altre formazioni di Al-Qa’ida in uno scenario che richiama quanto sta avvenendo in Siria. E le armi che alimentano il conflitto sono prodotte anche nel nostro Paese. Oltre che in Regno Unito, USA, Francia, Germania e Spagna. Infatti, l’Occidente ha enormi interessi in questa guerra nonostante il Trattato globale sulla compravendita delle armi ne vieterebbe lo scambio.

Le colpe dell’Occidente

In una nota, Oxfam ha riferito: “La verità inconfessata è che le grandi potenze mondiali, esportando armi in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno causato, anche se indirettamente, la morte di migliaia di innocenti e generato la più grave crisi sanitaria al mondo”. Paolo Pezzati, consulente politico per le emergenze umanitarie della Ong, ha spiegato che si tratta di “Un giro d’affari da decine di miliardi di euro, visto che tra 2013 e 2017, il 61% delle importazioni di armi dell’Arabia Saudita provenivano dagli Statu Uniti e il 23% dal Regno Unito”. Inoltre, ha aggiunto che: “L’Italia tra 2015 e 2018 ha autorizzato export di armamenti italiani verso Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti per 1 miliardo e 362 milioni di euro, consegnandone per un valore di un miliardo”.

Quali sono i numeri del genocidio in Yemen?

La guerra civile in Yemen dura ormai da cinque anni e secondo l’ultimo rapporto Oxfam ha causato oltre 100 mila morti in quattro anni. Le vittime civili sono aumentate del 25% e una su tre riguarda donne o bambini. Gli sfollati interni sono quasi 4 milioni e sopravvivono in alloggi di fortuna o nei villaggi dove si offre loro un riparo. Oltre alle vittime dei bombardamenti ci sono quelle del colera: “Da inizio anno sono più di 56 mila le persone contagiate e oltre 2 milioni dal 2017”. Per Oxfam è la “Più grave epidemia del mondo, aggravata dal collasso del sistema sanitario e delle infrastrutture idriche”. Inoltre, i contagi potrebbero aumentare in aprile con l’arrivo della stagione delle piogge. E intanto scarseggiano cibo e medicinali che richiedono l’immediata rimozione del blocco delle esportazioni.

La drammatica situazione delle famiglie

Più di 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia. 2 milioni di bambini e 4 milioni di donne in gravidanza soffrono di malnutrizione acuta. Su quasi 30 milioni e mezzo di persone oltre 24 milioni dipendono dagli aiuti umanitari. I prezzi degli alimentari sono saliti del 47% e le famiglie non sanno come procurarsi il cibo. I bambini pagano doppiamente le conseguenze della guerra. Non solo perché derubati del futuro come dimostra la distruzione di 1600 scuole. Ma anche perché fame e debiti spingono le famiglie a decisioni disperate come concedere in sposa le bambine anche di età inferiore ai 10 anni. “Nel Governatorato di Amran nel Nord del Paese, ad esempio, tante famiglie stremate, rimaste senza cibo e senza una casa, arrivano al punto di dare in matrimonio figlie anche piccolissime, in un caso anche di tre anni, per poter comprare cibo e salvare il resto della famiglia“.

La situazione a Hodeidah

Un po’ dappertutto in Yemen scarseggiano cibo e medicine e quasi 18 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua pulita. Mentre secondo l’OMS oltre 142 attacchi sono stati diretti a ospedali e strutture sanitarie. Anche il prezzo medio del petrolio è salito in media del 280% al litro. Ma è nella grande città portuale in pieno assetto di guerra che si notano le devastanti conseguenze del conflitto. A Hodeidah oltre 80.000 mila persone sono state costrette a evacuare, lasciando il posto alle truppe, alle loro trincee e barricate. Mentre le vittime civili intrappolate in città continuano ad aumentare e la popolazione è priva di assistenza medica. Vista la drammaticità della situazione l’Occidente dovrà fare marcia indietro e cercare di risolvere la situazione.


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Per approfondire, clicca qui.

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