In Giappone la ‘generazione silenziosa’ rappresenta la fascia d’età che va dai venti ai trent’anni e che non sopporta di conversare al telefono. Si tratta dei giovani giapponesi, i ‘muon sedai’ che evitano di parlare al telefono e ne sono terrorizzati. Andiamo a capire il fenomeno.
Il fenomeno della generazione silenziosa
‘Generazione silenziosa’ in Giappone fa riferimento ai ‘muon sedai’ che sono i giovani giapponesi. Si tratta delle ragazze e dei ragazzi che hanno tra i venti e i trent’anni e che preferiscono chat e messaggi alle tradizionali chiamate vocali. E’ una forma di fobia verso le conversazioni al telefono. Probabilmente generata dal senso del pudore che hanno sviluppato per la cultura che gli hanno inculcato e l’educazione ricevuta. Non riguarda l’isolamento sociale. Infatti, è un rifiuto della telefonata a favore della messaggistica.
Ad esempio, per strada non parlano al telefono perché viene considerato un gesto volgare che disturba gli altri. Inoltre viene considerata una perdita di tempo restare al telefono. Perché i giovani giapponesi amano conversare in prima persona. Se non possono farlo, preferiscono le chat di messaggistica istantanea.
Caratteristiche
Si tratta della ‘fobia del telefono’ che sembra essere in forte diffusione per l’aumento delle funzioni di messaggistica dei social media, che hanno ridotto le opportunità di parlare al telefono.
La ‘generazione silenziosa’ in Giappone non ha nulla a che vedere con la ‘Silent Generation’ che ha rappresentato i bambini nati prima del 1946. Chiamati così perché la percezione era quella di non essere né visti né ascoltati da bambini. Oggi all’incirca settantenni, rivestono il ruolo di soci, dirigenti e personale di supporto presso studi legali e considerano il lavoro un privilegio. Rispettano l’autorità, sono conformisti e conservatori. Rispettosi e conformisti sono anche i giovani d’oggi della ‘generazione silenziosa’ che corrisponde al 72,7%. E le motivazioni sono riconducibili all’educazione e al rispetto della privacy altrui, ma anche alla paura e all’ansia di non capire al meglio il non detto dell’interlocutore.
Esistono due teorie per questa modalità comportamentale:
- una riconduce questo fenomeno alla cultura giapponese che pone attenzione all’armonia sociale e all’evitamento del conflitto. Dunque, è importante essere educati e rispettosi, a discapito del proprio modo di essere;
- l’altra considera la timidezza della generazione silenziosa come derivante dalla tecnologia. Infatti, abituati a comunicare in modo indiretto, tramite messaggi di testo o e-mail, potrebbero aver perso abilità sociali. Ad esempio la capacità di parlare al telefono.
Effetti del fenomeno della generazione silenziosa
Possono manifestarsi sia un impatto negativo sulla vita personale e professionale sia una certa diffidenza nel fare amicizia e trovare lavoro. Infatti, i giovani soffrono di ‘fobia da telefono fisso”, ovvero la paura di ricevere e gestire telefonate, anche nell’ambiente lavorativo.
Suggerimenti pratici per conversare al telefono
Esistono delle pratiche specifiche che possono essere seguite affinché la generazione silenziosa possa superare questa fobia.
Essere incoraggiati a conversare
Essere incoraggiati a conversare con gli altri attraverso le telefonate. Inizialmente saranno brevi e di poche parole. Poi, si possono fare domande più impegnative e conversare di argomenti più intimi.
Praticare la conversazione
Invitarli a partecipare alle conversazioni di gruppo, dando compiti specifici.
Supportare i giovani a sviluppare le abilità sociali
I giovani devono imparare a costruire le relazioni e a stare con gli altri. Come pure devono imparare l’ascolto attivo.
L’importante è essere comprensivi con se stessi. Possono volerci tempo e molta pratica prima di superare questa fobia e di mettere in atto comportamenti relazionali sani.
https://www.periodicodaily.com/il-fenomeno-hikikomori-come-isolamento-sociale-volontario/