martedì, Aprile 16, 2024

Gemma Donati, la moglie dimenticata di Dante

Essere la moglie del padre della lingua italiana ma rimanere pressoché sconosciuta, dimenticata anche dal proprio consorte. E’ il destino occorso a Gemma Donati, moglie di Dante Alighieri ma la cui vita è rimasta anonima nell’arazzo della Storia.

Gemma Donati, chi era?

Al pari di colui che sarebbe diventato suo marito, Gemma Donati era erede di una delle famiglie più illustri di Firenze. Figlia di Manetto Donati e cugina di Forese, Corso e Piccarda Donati, nacque forse il 3 marzo 1265 (non si ha certezza né del giorno né dell’anno). Ciò che si sa per certo è che il suo matrimonio con Dante Alighieri venne deciso nel 1277, quando i due avevano dodici anni appena (quando, insomma, lui aveva già conosciuto la sua musa, Beatrice). Le nozze vere e proprie si svolsero qualche anno più tardi, sicuramente prima del 1285 ma non oltre il 1290. La dote della ragazza venne fissata a 200 fiorini, ma il matrimonio, come forse era ovvio, non fu tra i più riusciti. Sappiamo tutti, infatti, che se su Beatrice il Sommo Poeta versò fiumi di inchiostro, neppure una parola sprecò sulla sua legittima consorte. Una consorte ben triste.


700 anni dalla morte di Dante Alighieri

Beatrice Portinari musa dantesca e beatitudine reale


Vita matrimoniale

Potremmo pensare che, alla fine, la sorte di Gemma non sia così diversa da ogni fanciulla dell’epoca. Era rarissimo infatti che ci si sposasse per amore, anche considerando la giovanissima età in cui simili promesse venivano firmate. Diede al poeta tre figli, due maschi e una femmina, ma per tutta la vita dovette convivere con l’ombra ingombrante dell’altra donna, quella Beatrice che probabilmente ricordava a malapena di aver conosciuto l’Alighieri. In ogni caso, pare che la rottura definitiva tra i due si fosse consumata quando per il poeta fu il momento dell’esilio: pare che non volle seguirlo, e che poi non avessero più occasione o volontà di vedersi.

Gemma Donati e i suoi figli

I tre figli di Gemma e Dante ebbero un destino simile a quello dei genitori. I due maschi, Iacopo e Pietro, furono i primi commentatori della Divina Commedia e intrapresero carriere importanti, l’uno ecclesiastico e l’altro giudice a Verona. Quanto ad Antonia, l’unica figlia, non ebbe più fortuna della madre (o forse sì, dipende dai punti di vista). Prese infatti i voti come monaca, forse nel convento delle Olivetane a Ravenna.

Vedova di Dante

Abbiamo detto che Gemma non seguì il marito nell’esilio da Firenze. Ottenne infatti di poter restare in città coi figli: e alla morte di Dante, chiese e ottenne che le venisse restituita la dote di 200 fiorini, confiscata insieme a tutti i beni dell’Alighieri. Si trasferì infine al borgo di San Benedetto, e qui morì tra la fine del 1342 e l’inizio del 1343. Cancellata dal tempo e dalla Storia, come già aveva fatto l’uomo di cui era stata moglie presente e devota.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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