giovedì, Marzo 28, 2024

Galileo Project: Harvard va a caccia di alieni

Il professor Avi Loeb, controverso autore di testi scientifici, guida il Galileo Project.

Galileo Project: cos’è?

Un team internazionale dell’Università di Harvard lancia un nuovo programma. Gli studiosi che ne fanno parte sono determinati a rinvenire le tracce che civiltà aliene hanno lasciato sulla Terra da. A capo del team c’è il professor Avi Loeb, professore di Scienze all’Università di Harvard e astrofisico. Loeb sosteneva che l’oggetto interstellare, rinominato in seguito Oumuamua, fosse un’astronave aliena. Loeb e il suo team credono “che la scienza non dovrebbe rifiutare dogmaticamente potenziali spiegazioni extraterrestri”. Il Galileo Project cercherà e indagherà le prove di civiltà tecnologiche extraterrestri (ETC), potenzialmente defunte o ancora attive, utilizzando dati di rilievi astronomici e osservazioni di telescopi.

Galileo Project: cosa prevede

Il progetto prevede lo sviluppo di nuovi algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di individuare oggetti interstellari che potrebbero essere di origine artificiale, nonché satelliti e fenomeni aerei non identificati (UAP) costruiti dagli ETC. Citando il recente rapporto dell’intelligence statunitense sugli UAP, il progetto prevede che “la comunità scientifica abbia bisogno della determinazione per cercare sistematicamente, scientificamente e in modo trasparente, potenziali prove di apparecchiature tecnologiche extraterrestri”. Il rapporto, poi pubblicato a giugno, parla di mancanza di prove tale da attribuire i fenomeni a civiltà aliene.

Oumuamua

Avi Loeb non manca di sottolineare la natura insolita di Oumuamua. Il professore descrive l’oggetto come avente “proprietà altamente anomale che sfidano le spiegazioni naturali ben comprese”. L’oggetto è certamente insolito. Quando i telescopi terrestri lo avvistarono, la sua traiettoria suggeriva che provenisse dall’esterno del sistema solare. Gli astronomi rilevarono poi un’accelerazione non gravitazionale della traiettoria. Il dottor Bailer-Jones osserva che il movimento di oscillazione di Oumuamua “renderebbe impossibile mantenere qualsiasi strumento puntato verso la Terra” se l’oggetto fosse un’astronave aliena. Loeb risponde così: “Seguo la massima di Sherlock Holmes: quando hai escluso l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità“.

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