giovedì, Aprile 18, 2024

G7: siglato accordo per tassare le aziende globali

Al G7 i ministri delle Finanze dei Paesi membri hanno siglato un accordo per tassare le aziende globali. Se attuato, questo piano fiscale potrebbe apportare un enorme contributo alla riduzione dell’evasione da parte delle multinazionali. Questo piano potrebbe avere un forte impatto sulle principali società tecnologiche, come Facebook e Google. Si prevede che la questione verrà ripresa a luglio, nel corso del G20 di Venezia.

In cosa consiste l’accordo siglato al G7?

I Paesi membri del G7 hanno siglato un accordo affinché le aziende che operano a livello globale vengano tassate, contribuendo di fatto a ridurre l’evasione fiscale. L’accordo, raggiunto nel corso della riunione dei ministri delle Finanze a Londra, sancisce che i membri hanno concordato di fissare una soglia minima di imposta sulle multinazionali del 15%. Questa mossa costringerà quindi le aziende a pagare le tasse nei vari Paesi in cui operano con le loro attività, senza poter sottrarre profitti offshore.

Secondo i Paesi membri, di tratta di un accordo storico, che segna un passo in avanti in termini di riduzione dell’evasione fiscale. Il cancelliere britannico Rishi Sunak ha affermato in merito all’accordo: “Si tratta di un accordo davvero storico e sono orgoglioso che il G7 abbia dimostrato una leadership collettiva in questo momento cruciale della nostra ripresa economica globale”. Anche il Segretario al Tesoro degli USA Janet Yellen che questa mossa potrebbe porre fine alla corsa al ribasso della tassazione delle società.

Prevista anche aliquota dell’imposta sulle società del 15%

Secondo la cosiddetta strategia “a due pilastri” adottata dai ministri, questo nuovo quadro si applicherebbe alle multinazionali con un margine di profitto uguale o superiore al 10%. Queste aziende dovrebbero pagare le tasse sul 20% dei profitti guadagnati sopra la soglia del 10% nei Paesi nei quali generano le entrate. Per quanto riguarda invece il “secondo pilastro”, i ministri intendono imporre l’aliquota dell’imposta sulle società del 15%. I ministri presenti al G7 ritengono che questa mossa andrà a creare un “campo di parità”. Si andrebbero infatti a rimuovere gli incentivi a spostare i profitti tra le varie giurisdizioni nel tentativo di evitare il pagamento delle tasse. Secondo il segretario Yellen, l’utilizzo di un meccanismo di applicazione dei pagamenti sottotassati costringerebbe di fatto i paradisi fiscali ad aderire al programma.

Il piano fiscale potrebbe avere impatti specialmente sulle aziende tecnologiche

Se messe in atto, queste modifiche impatterebbero specialmente le principali società tecnologiche che operano a livello mondiale, tra cui Amazon, Google e Facebook. Queste aziende sono spesso riuscite ad evitare la tassazione in molte delle giurisdizioni in cui le loro sedi operano. Questa riforma era stata pertanto richiesta dalla maggior parte dei membri dell’accordo dei sette. La svolta è arrivata con il cambio dell’amministrazione negli USA: il presidente Biden, infatti, ha fatto di questa proposta di modifica del G7 una priorità. Si prevede che si discuterà ancora di questo argomento nel corso del G20, che si terrà a luglio a Venezia. Dal momento che i Paesi membri del G20 costituiscono ben l’80% del PIL globale, un’approvazione di una riforma di questo tipo rappresenterebbe una svolta significativa per la realizzazione di questo piano fiscale.


Leggi anche: Trasparenza fiscale delle multinazionali: raggiunto accordo UE

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