Già con l’enciclica Fratelli Tutti dell’autunno 2020 Francesco esortava gli stati a dirottare i finanziamenti per la difesa alla costituzione di un Fondo internazionale per i poveri. Oggi il Santo Padre torna sull’argomento sostenuto dallo stato dei fatti. Per il Papa ora più che mai risulta “scandaloso” continuare a investire in armamenti, quando è in corso una crisi sanitaria senza precedenti com’è quella attuale.
Riusciremo a diventare Fratelli Tutti?
L’enciclica Fratelli Tutti presentava in nuce il pensiero di Papa Francesco sulla questione delle spese militari degli stati. Già nell’ottobre dell’anno scorso, infatti, il Santo Padre aveva deprecato gli investimenti per la difesa, proponendo che gli stessi venissero dirottati per la costituzione di un Fondo per i poveri. Oggi, mentre è in corso una delle peggiori emergenze sanitarie in corso, Bergoglio ci riprova. Nel suo messaggio di Pasqua, il Papa ha definito la spesa per gli armamenti “scandalosa” in un momento in cui la pandemia di Covid-19 continua a causare sofferenze. Piuttosto, il Santo Padre ha esortato i paesi ad accelerare la distribuzione dei vaccini. Specialmente ai poveri del mondo. Inoltre, ha rincarato la dose sembra il caso di dire, definendo “scandalosi” anche i conflitti armati durante un’emergenza sanitaria.
Un anno andato
Come sappiamo fin troppo bene, il 2021 sarà il secondo anno di una pandemia che ci costringe al confinamento e alle gravi restrizioni delle nostre libertà. Diritti costituzionalmente acquisiti grazie al sacrificio dei nostri antenati cancellati con un gesto di spugna. Ragazzi, si chiude. Come l’Italia, anche la piccola enclave vaticana ha sperimentato gli effetti del distanziamento sociale e dei divieti di assembramento. Perfino a Pasqua, una tra le celebrazioni più attese per la fede cristiana. Cattolica, in particolare. Eppure, in questi giorni si avverte una gioia dimessa. Diversamente dal passato, alle funzioni pasquali hanno partecipato solo pochi fedeli. Raccolti ma a debita distanza. Per di più, i riti hanno interessato solamente un altare secondario della Basilica di San Pietro anziché la Chiesa nella sua interezza e il piazzale esterno. I più maliziosi penserebbero anche al danno economico.
Il paradosso
Ad ogni modo, le celebrazioni si sono svolte secondo tradizione. Al temine della messa domenicale, il Papa ha rivolto il suo messaggio Urbi et Orbi. Appunto alla città e al mondo, nel quale è solito riassumere le problematiche del mondo. Come ogni anni, l’appello di Francesco è per la pace. “La pandemia continua a dilagare, mentre la crisi sociale ed economica resta grave, soprattutto per i poveri“, ha detto Bergoglio. “Tuttavia, e questo è scandaloso, i conflitti armati non sono finiti e gli arsenali militari si stanno rafforzando”, ha ammonito. Se negli anni passati Francesco avrebbe parlato a una piazza gremita di fedeli (almeno 100.000), quest’anno si è rivolto a meno di 200 persone. Ivi comprese le forze dell’ordine che vigilavano sul rispetto del confinamento.
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Il messaggio che siamo tutti fratelli
Ad ogni modo, il messaggio del Papa ha raggiunto via etere le decine di milioni di fedeli in tutto il mondo. Nel suo discorso, Francesco ha pregato per il conforto dei malati e per coloro che hanno perso una persona cara durante i momenti più duri della pandemia. Ma anche per i disoccupati. Tanto che ha esortato le autorità ad elargire alle famiglie più bisognose un “sostentamento dignitoso”. Inoltre, ha elogiato gli operatori sanitari e mostrato solidarietà ai giovani studenti che per tutto l’anno scorso non hanno potuto frequentare la scuola. O lo hanno fatto a singhiozzo. Ma una soluzione ci sarebbe. Per Francesco, la vaccinazione è “uno strumento essenziale” nella lotta al virus. “Esorto l’intera comunità internazionale, in uno spirito di responsabilità globale, a impegnarsi per superare i ritardi nella distribuzione dei vaccini“, ha detto il Papa. “E per facilitarne la distribuzione, soprattutto nei paesi più poveri“.
Una mentalità insidiosa
Dunque, il Pontefice torna su un tema a Lui caro. In passato, sono state più rare delle mosche bianche le volte in cui non abbia chiesto il disarmo e il divieto assoluto delle armi nucleari. Nel suo messaggio di Pasqua, Francesco ha ribadito: “Ci sono ancora troppe guerre e troppa violenza nel mondo!“. “Possa il Signore, che è la nostra pace, aiutarci a superare la mentalità della guerra“. Poi, ha osservando come la Domenica Santa coincidesse con la Giornata internazionale di sensibilizzazione contro le mine terrestri antiuomo. A tal proposito, il Papa le ha definite “dispositivi insidiosi e orribili“. E ha notato: “Quanto sarebbe migliore il nostro mondo senza questi strumenti di morte!“. Riferendosi le aree di conflitto, Francesco ha elogiato “i giovani del Myanmar impegnati a sostenere la democrazia e a far sentire pacificamente la loro voce”. Il Papa vi si era recato in visita nel 2017.
Fratelli tutti per il Myanmar
In Myanmar, oltre 550 manifestanti hanno perso la vita a causa del colpo di stato militare del 1 febbraio. Quindi, Francesco ha fatto appello affinché possa tornare la pace in diverse aree di conflitto. Ad esempio in Africa, dove la regione del Tigray nell’Etiopia settentrionale e la provincia di Cabo Delgado in Mozambico sono particolarmente colpite. Inoltre, il Papa ha ricordato la crisi in Yemen. Una guerra “accolta con un silenzio assordante e scandaloso“, ha commentato. Dunque, ha esortato israeliani e palestinesi a “riscoprire il potere del dialogo” al fine di giungere a una soluzione soddisfacente per entrambi. E che consenta ai due Stati di vivere fianco a fianco, in pace e prosperità. Da ultimo, il Santo Padre ha espresso il suo sostegno a chi soffre in Libano, Siria e Libia. Oltre a tutti coloro le cui vite sono state colpite dalla povertà e dai conflitti.
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Fratelli Tutti contro le armi?
Basti pensare che solo nel 2019, gli investimenti per la difesa a livello globale hanno superato i 1.900 miliardi di dollari. Lo riferiva l’indagine annuale del Military Expenditure Database dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri). Più precisamente, il rapporto del 27 aprile mostrava un trend in crescita del 3.6% rispetto al 2018. Nonché il maggior aumento per spese militari dal 2010. I Big Five quell’anno erano Usa, Cina, India, Russia e Arabia Saudita. Il gruppo rappresentava il 62% degli investimenti annui totali. Inoltre, all’epoca il Sipri aveva osservato: “Questa è la prima volta che due Stati asiatici sono tra i primi tre per spese militari“. Tant’è vero che diversi analisti hanno correlato la “corsa agli armamenti” proprio all’intensificarsi delle tensioni tra Washington e Pechino. Ma anche Teheran.
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La Chiesa crede che siamo Fratelli Tutti
Quindi, il Papa ha espresso un desiderio impossibile? Eppure, Francesco è famoso per il fatto di non perdere mai la speranza. Ad esempio, ne maggio 2020 aveva pregato la Madonna perché “tocchi le coscienze (dei leader) affinché le enormi somme spese per possedere armamenti e per perfezionarli sia invece destinata alla promozione di ricerca sufficiente a prevenire tali catastrofi nel futuro”. Più di recente, invece, il cardinale Peter Turkson ha spiegato: “La riduzione dei conflitti è l’ unica possibilità di ridurre le ingiustizie e le disuguaglianze“. Il prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e presidente della Commissione ha aggiunto: “Non possiamo combattere la pandemia se ci combattiamo o ci stiamo preparando a combattere l’uno contro l’altro“. Per Turkson, infatti, “senza il controllo delle armi, è impossibile garantire la sicurezza“. E va da sé che “senza sicurezza, le risposte alla pandemia non sono complete“.