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Francesco Cossiga il picconatore

Francesco Cossiga il picconatore, nasce a Sassari il 26 luglio 1928 da una famiglia medio borghese.
Tra gli aneddoti sulla sua vita ci sono prima di tutto quelli inerenti gli studi. Giovanissimo, si rompe una gamba andando in bicicletta. Costretto a letto per alcuni mesi, usa quei giorni di forzata “vacanza” per preparare gli esami anticipati della maturità. Ma lo fa con tre anni di anticipo e la consegue a soli 16 anni.

Francesco Cossiga il picconatore uomo precoce


Precocemente si iscrive all’Università e a soli 20 anni si laurea in giurisprudenza. Quando i suoi ex compagni del Liceo si iscrivono all’università, alla cattedra a insegnare diritto costituzionale regionale troveranno lui.

Da giovanissimo già attivismo attivissimo


Nel frattempo ancora giovanissimo, appena 17enne si iscrive alla D.C. Diventanta subito un elemento attivo e molto dinamico, tanto da guidare la “rivolta” a Sassari dei cosiddetti “giovani turchi”. Tuttavia a 28 anni è segretario provinciale della D.C. di Sassari. Suo cugino invece, Enrico Berlinguer, anche lui di Sassari, con sei anni più di lui è schierato nel campo comunista.

Francesco Cossiga diventa deputato

Francesco Cossiga il picconatore


In Sardegna Cossiga era stato eletto deputato per la prima volta nel 1958. Approda così a Roma, e da questo momento inizia ad entrare in tutti i “Palazzi” da dove si governa la Repubblica Italiana.
Vi ricoprirà le massime cariche istituzionali, avendo anche momenti di aperta contestazione delle stesse istituzioni stesse. ha passato tutta la vita al servizio della D.C. ed è finito poi a fondare un partitello dopo l’altro nel tentativo di far rinascere un “grande centro”.

Cossiga e gli anni di piombo

Tra le polemiche e vittorie Cossiga affronta gli anni di piombo. quando il suo nome veniva scritto sui muri con la “K” con le due esse runiche come quelle delle “SS” naziste.
Soprattutto ai tempi del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, una dolorosa vicenda di cui Cossiga, allora ministro dell’interno, si prese le responsabilità. Si dimise il giorno dopo il rinvenimento del corpo di Moro. Cossiga soffrì sia nel sequestro che nel suo epilogo tragico. Al giornalista Paolo Guzzanti confesserà: “Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro”.

Cossiga torna nel giro grosso

Il 12 luglio 1983, Francesco Cossiga torna nella grande politica e viene eletto presidente del Senato. Poi il grande salto al Quirinale. Viene eletto Presidente della Repubblica il 24 giugno 1985. Nel primo anno di settennato si verifica il drammatico dirottamento dell’Achille Lauro e l’attentato palestinese all’aeroporto di Fiumicino. Affronterà tutto con forza al fianco di tutto il governo Craxi. All’inizio del 1990 Il Presidente diventa “il picconatore”. Cossiga entra in contrasto con le maggiori istituzioni dello stato, dalla Corte Costituzionale al Csm. Lo fa, ammette per togliersi “qualche sassolino dalle scarpe“. “In realtà io non esterno. Io comunico, Io non sono matto. Io faccio il matto. E’ diverso. Io sono il finto matto che dice le cose come stanno“.

Francesco Cossiga il picconatore si toglie i sassolini dalle scarpe

Francesco Cossiga il picconatore si sta togliendo i “sassolini dalla scarpa”, e viene attaccato da più parti. Picconando di brutto prosegue “… che sta organizzando la beffa. Anzi quello che vuole mettere in scena è un dramma. E a noi forse ci aspetta la tragedia. Dovremo forse fra poco dire, o saremo costretti a dire soltanto di si. Si, si, si, sissignore signor presidente della Repubblica Presidenzialista. Una tragedia che, tuttavia, non ci troverà né atterriti né silenziosi“. Ovviamente riferendosi a Craxi. Ora gli attacchi vengono proprio dai ministri socialisti e dallo stesso Craxi. Si sfiora la crisi istituzionale con il Presidente che è sul punto di “auto-sospendersi”. Questo dopo che il governo aveva preso la decisione di nominare cinque saggi con il compito di giudicare sulla legittimità di Gladio. Da un Cossiga indignato, il fatto è stata interpretato come un atto di sfiducia nei suoi confronti. Il decreto di auto-sospensione era già pronto, poi in aiuto di Cossiga corre Andreotti. La grande Volpe, come veniva chiamato Andreotti, l’11 gennaio 1991 risponde sulla legittimità della Gladio davanti alla Camera. Su questa legittimità e la costituzionalità della struttura segreta i ministri socialisti invece insistono. Pongono la loro riserva e Craxi dichiara chiaro e tondo di “non avere alcuna intenzione di difendere “l’infallibilità” di Cossiga”.

L’avventatezza di Craxi rafforza Francesco Cossiga il picconatore

Quello di Craxi è un avventato e gravissimo errore, in quanto Cossiga non vuole certo farsi processare da un Craxi e da un Martelli “qualunque”. Ma soprattutto non riconosce l’autorità dei cinque saggi che i socialisti avevano proposto per giudicare la legittimità del suo operato e della “sua” Gladio.

Le “picconate” di Cossiga diventano più frequenti e più violente

Il 27 marzo 1991 il presidente del Consiglio Giulio Andreotti si dimette dopo un lungo contrasto che lo ha opposto al presidente Cossiga, ma dopo due settimane forma il suo settimo governo.
Intanto cominciano le iniziative per la messa in stato di accusa di Cossiga, una delle quali già formalizzata il 6 dicembre 1991 dal senatore della Sinistra indipendente Pierluigi Onorato. Si insiste nel richiedere la procedura di impeachment nei confronti del Presidente.
Il 26 novembre 1991 Cossiga si “autodenuncia”, chiedendo che gli sia contestato il reato di cospirazione politica mediante associazione in riferimento alla vicenda Gladio.
il 23 gennaio 1992, Cossiga con una lettera, annuncia le sue dimissioni dalla D.C.
Il 2 febbraio 1992 Cossiga firma il decreto di scioglimento delle Camere.
Il 17 febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa, comincia l’era di “Tangentopoli“.
Il 5-6 aprile 1992 si svolgono le elezioni politiche in un clima di incertezze.
Dopo tante tante e ancora tante picconate e forza dialettica Francesco Cossiga muore a Roma, 17 agosto 2010.

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