La fotografia, con il suo punto di vista privilegiato sulla realtà, riesce con le sue immagini a stimolare riflessioni mai banali nell’occhio dell’osservatore. Partendo da questo presupposto dell’arte fotografica, il duo creativo MC 2.8 ha creato una serie di scatti, di riflessioni visive, su questo periodo passato forzatamente tra le mura domestiche.
Le due giovani fotografe hanno realizzato il progetto Barca A Vela fotografando aspetti ormai divenuti quotidiani, ormai condivisi da tutti. Soffermandosi sul concetto di distanza. Una distanza fisica necessaria, quanto imposta, che fa venire meno quel contatto fisico tanto importante per il genere umano. E’ un periodo di privazioni dove le azioni quotidiane divengono un riempimento del vuoto creato dalle distanze.
Una fotografia essenziale ed introspettiva…
Maria Chiara Maffi e Chiara Giancamilli in arte MC 2.8, nei loro scatti ricercano un profondo contatto con l’osservatore. La scelta delle tonalità e dei soggetti nella loro attività fotografica, ha sempre un lato, a volte nascosto, fortemente introspettivo. Più che mai in questo progetto, dove l’incipit di questa riflessione fotografica è
In attesa che spiri un vento migliore, insieme culliamoci.
MC 2.8
Ci culliamo, sospesi fra dettagli a cui prima non davamo alcun peso, i quali arricchiscono un quotidiano altrimenti vuoto. Rileggendo ogni singola foto, attraverso questo incipit, attraverso questo filtro, ognuna di esse assume un potente legame con l’esperienza collettiva vissuta da tutti noi, in questo periodo di quarantena.
Questo progetto rappresenta l’ultima di una serie di interessanti iniziative artistiche promosse da MC 2.8, sia attraverso il loro sito internet che attraverso il loro vivace profilo Instagram. Una riflessione fotografica, quella del progetto Barca A Vela, che ci arricchisce approfondendo il nostro nuovo rapporto con il quotidiano.
La fotografia è una vera e propria arte, come abbiamo già visto con i premi assegnati pochi giorni fa per il Sony World Photography Awards 2020, che è riuscita a cullarci ed anche farci evadere, da questo strano periodo che stiamo vivendo.
