Follia da coronavirus: 40enne cinese presa a calci e pugni a Torino

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L’inciviltà e l’ignoranza, unite alla violenza, mietono un’altra vittima di una vera e propria follia dettata dalla scarsa conoscenza del rischio coronavirus, da odio e razzismo. E così a Torino, una quarantenne cinese è stata brutalmente aggredita da una coppia di adulti, i quali le hanno urlato più volte ingiurie del tipo: «Hai il virus, vai via da Torino». Si tratta del secondo episodio verificatori nel capoluogo piemontese in pochi giorni, anche se in quest’occasione i responsabili non sono stati dei bulli che hanno agito in piena notte, in periferia, colpendo con delle bottigliate due giovani, ma un uomo e una donna che hanno dato libero sfogo alla loro violenza nel primo pomeriggio e in una zona del centro. Dopo aver appreso dell’assalto inaudito perpetrato ai danni della donna cinese che da più di vent’anni ormai vive e lavora in Italia, è intervenuta su Twitter Chiara Appendino. La sindaca di Torino ha parlato senza mezzi termini di un «gesto ignobile» e di inaudita ferocia nei confronti di una concittadina. Nelle battute conclusive della sua dichiarazione, la prima cittadina ha voluto mandare un abbraccio di solidarietà alla barista aggredita, rimarcando che in una realtà come quella torinese non dev’esserci alcuno spazio per questi brutali comportamenti. La vittima di quest’assurda follia si chiama Hu, ha 40 anni e risiede a Torino fin dal lontano 1997, dove gestisce un bar. Stava attendendo che scattasse il semaforo verde per i pedoni mentre si trovava in Corso Siccardi, quando all’improvviso è stata affiancata da una coppia di età media intorno ai 30-40 anni che, dopo averla additata come infetta da coronavirus, l’hanno pesantemente insultata e poi colpita con calci e pugni.

Hu, vittima della follia da Coronavirus: qual è stata la sua reazione?

Il quotidiano La Stampa ha raggiunto Hu per darle l’opportunità di raccontare nei particolari cos’è accaduto nel momento in cui si è ritrovata suo malgrado al centro di un’aggressione scaturita da una cruenta follia. La donna ha innanzitutto affermato che, dopo essere stata visitata e curata all’ospedale Gradenigo, la diagnosi dei medici è stata di distrazione cervicale da aggressione. Nonostante ciò, ha spiegato che in questo momento il dolore più forte non è quello che proviene dalle ferite fisiche riportate, ma dall’umiliazione gratuita e abominevole che ha dovuto subire e sopportare. Ormai vive a Torino da più di 20 anni, è titolare di un bar e ha tre figli. Mentre racconta la sua storia al giornale torinese, Hu scoppia a piangere e a questo punto un cliente, notando la sua disperazione, le si è avvicinato e le ha detto che se sono stati degli italiani a ridurla in questo stato, allora lui si vergogna di esserne connazionale. La barista ha chiarito di aver deciso di denunciare l’accaduto per tutti i suoi paesani ma soprattutto per i propri figli. Infatti, è convinta che se non avesse deciso di rivolgersi alla giustizia, qualcun altro avrebbe potuto fare anche peggio, certo che non sarebbe mai stato perseguito legalmente. La sua triste storia è cominciata intorno alle ore 17 quando si stava recando alla Chiros per sottoporsi ad una seduta di fisioterapia, visto che soffre di mal di schiena. Mentre si trovava al semaforo rosso di Corso Siccardi, accanto a lei si sono fermati una donna e un uomo. Quest’ultimo le ha detto subito: «Cinese di me… virus, vai via da Torino ». Presa dalla paura, la quarantenne ha preferito non reagire, cominciando ad allontanarsi, ma i due l’hanno seguita e, all’altezza di una gelateria, l’uomo ha ripreso a gridarle di andarsene via al più presto perché affetta da coronavirus. Invece la donna l’ha minacciata: «Vai via, altrimenti ti ammazzo». Hu ha provato a farli ragionare, a dire loro che, anche se cinese, non voleva dire che fosse automaticamente infetta dalla malattia. Resasi conto che la coppia non aveva intenzione di arrendersi, ha preso lo smartphone per chiamare la polizia, ma a questo punto la donna l’ha colpita prima con una manata al collo e poi con calci e pugni. Quando ha sporto denuncia, la barista aggredita ha raccontato nel dettaglio cosa le è successo e ha fornito una descrizione dettagliata dei due aggressori, nella speranza che possano essere riconosciuti e rintracciati dalle forze dell’ordine.

Il racconto di un demone e dei suoi demoni

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