Firenze secondo me fa male a Renzi: indagato per finanziamento illecito

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Quella che doveva essere un semplice trasmissione culturale si sta trasformando per Renzi nell’ennesima inchiesta. Tutto parte dai compensi che Matteo Renzi ha ricevuto per la trasmissione Firenze Secondo Me, progetto tv, andato in onda su Discovery, già oggetto nel 2019 di una relazione dell’antiriciclaggio della Uif.

Perché i compensi di Firenze Secondo Me sono motivo di inchiesta?

Sono due gli indagati dalla procura di Roma per finanziamento illecito ai partiti: Matteo Renzi e il manager Lucio Presta. Tutto parte dai compensi versati a Renzi per il documentario “Firenze secondo me”. Compensi versati a Renzi tramite la casa di produzione Arcobaleno 3 della famiglia Presta che ha realizzato il documentario. La trasmissione delle puntate che volevano essere culturali non ha avuto un grande riscontro: solo il 2 per cento di pubblico. Alla casa di produzione il canale Discovery, su cui erano stati trasmessi i documentari, aveva riconosciuto appena 20mila euro. Renzi invece aveva intascato 454 mila euro.

L’ipotesi della procura di Roma

Secondo la procura di Roma il valore del cachet pagato a Renzi supera di molto il prezzo di mercato. Per questo motivo il sospetto è che dietro quel compenso ci sia in un finanziamento di tipo politico. A seguire anche una serie di reati fiscali contestati ai Presta per “prestazioni mai effettuate”: fatturazione fasulla. Un modo per frodare l’IVA. La segnalazione era stata fatta della Uif, l’Antiriciclaggio di Bankitalia, nel dicembre del 2019.


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La replica di Renzi

Matteo Renzi ha replicato con una diretta facebook. “Questo avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi. Tutte le mie attività sono lecite e legittime. Quando arriveranno gli atti, e non i tweet dei giornalisti, potremo confrontarci. Non ho nulla da nascondere, buon lavoro ai magistrati. Qualcuno forse pensa che possa fermarmi di fronte a questo, che io possa perdere il buonumore e innervosirmi. Ma chi mi conosce sa che io vado controcorrente, non ho paura di andare contro tutto e tutti anche per cambiare un governo. Figuriamoci se possono farmi paura con un avviso di garanzia. Ci sono casualità che si ripetono. L’altra volta, quando presentai il mio libro, furono arrestati mio padre e mia madre. Stavolta si sono limitati ad un avviso di garanzia. Verrebbe da ridere di fronte a tutto questo ma non c’è niente da ridere. Quindi vado avanti con più decisione di prima”.