Fiorentina: avvio in salita, la sosta occasione per riflettere

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Dopo appena due giornate il campionato si ferma per lasciare la scena alla sosta per le Nazionali. L’occasione è quella giusta per alcune squadre, che hanno una settimana circa di tempo per riposarsi e ragionare sul da farsi. Su tutte spicca la Fiorentina, che ha cominciato come peggio non avrebbe potuto la nuova annata, peraltro dopo un’estate piuttosto deludente per ciò che concerne il mercato, con le partenze dei vari Tatarusanu, Gonzalo Rodriguez, Vecino, Borja Valero, Ilicic, Bernardeschi e Kalinic, non rimpiazzati adeguatamente dalla società gigliata.

In entrata, infatti, sono arrivati tanti profili sicuramente interessanti, ma che hanno ancora tanto lavoro da fare per adattarsi ai ritmi del calcio italiano e rivelarsi in grado di risultare fondamentali per la causa viola: tra questi, menzione speciale per il centrocampista francese Jordan Veretout, tra i migliori in questo sciagurato avvio stagionale e andato in gol nel match del trofeo Bernabeu perso per 2-1 contro il Real Madrid, il suo connazionale Valentin Eysseric, reduce da una buona esperienza al Nizza ma infortunatosi nella recente sfida persa 2-1 in casa contro la Sampdoria, l’esterno offensivo portoghese Gil Dias e il centrale difensivo argentino German Pezzella.

Sono già abituati alla Serie A, invece, l’ultimo arrivato in ordine temporale Vincent Laurini (64 presenze e una rete in massima serie con l’Empoli) e Cristiano Biraghi (75 presenze e un gol tra Catania, Chievo e Pescara), così come il centrocampista ex Torino Marco Benassi, che ha collezionato 111 presenze e 13 reti tra Inter, Livorno e granata, e il Cholito Giovanni Simeone, a caccia della definitiva consacrazione tra i grandi dopo aver messo a referto 12 gol in 35 apparizioni nella scorsa stagione con la maglia del Genoa. L’argentino avrà il difficile compito di non far rimpiangere Kalinic, passato al Milan nel corso di questa sessione di mercato, e in questo senso potrebbe essergli non poco d’aiuto il suo vice Babacar, che negli anni non ha mai avuto un posto in pianta stabile nell’undici della Fiorentina ma ha sempre sfruttato alla grande le occasioni a sua disposizione.

In un contesto del genere, quali possono essere le certezze di una squadra reduce da una stagione di transizione e praticamente rivoluzionata tra campo e panchina? Difficile dirlo, anche perché tante altre formazioni italiane, anche di media-bassa fascia, si sono rinforzate e la Fiorentina è una delle poche squadre ad aver perso così tanti punti di riferimento in una sola estate. Di certo si ripartirà dal carisma di Davide Astori, ancor più leader difensivo dopo la partenza dell’ex capitano Gonzalo Rodriguez, e da Milan Badelj, che sembrava anch’egli in procinto di partire, salvo poi decidere di restare fedele alla causa gigliata e rinnovare il suo accordo contrattuale, nonostante il pressing del Milan, oltre che da Marco Sportiello, Nenad Tomovic e Carlos Sanchez.

Da non sottovalutare, inoltre, la permanenza di Federico Chiesa, a lungo cercato dal Napoli e rimasto alla fine alla corte di Pioli: il giovane prodotto del vivaio viola è reduce da un’annata più che positiva con Paulo Sousa e quest’anno in riva all’Arno si augurano di assistere alla sua definitiva consacrazione, anche perché è proprio in contesti del genere che si vede se un giocatore ha la stoffa per diventare un campione. Discorso pressoché analogo per Riccardo Saponara, che non è più un ragazzino (il prossimo 21 dicembre compirà 26 anni) ma che al contempo sta attraversando un percorso di crescita graduale e, dopo aver messo in mostra il meglio del suo repertorio con la maglia dell’Empoli, ha la chance di affermarsi definitivamente nella sua prima stagione completa in quel di Firenze. Occhi puntati anche sull’altro figlio d’arte, Ianis Hagi, che a 19 anni non ancora compiuti ha già ottenuto due presenze in massima serie e potrebbe mettersi maggiormente in mostra quest’anno.

Il mercato, inoltre, ha portato a firenze il difensore portoghese classe ’93 Bruno Gaspar, scuola Benfica, il centrale serbo classe ’97 Nikola Milenkovic, l’attaccante norvegese classe ’98 Rafik Zekhnini e il difensore brasiliano classe ’91 Vitor Hugo, tutti giovani talenti che non hanno mai avuto modo di giocare in Serie A nel corso della loro breve carriera e dunque toccherà a Pioli inserirli gradualmente nei suoi meccanismi di gioco, al fine di farli adattare in tempi brevi alla realtà calcistica nostrana. Dopo due sconfitte in altrettante gare di campionato disputate, il tempo stringe e la pazienza dei supporter viola sta cominciando ad esaurirsi del tutto. Contro Inter e Sampdoria la formazione gigliata ha deluso sotto tanti aspetti e la temeraria prova offerta nel trofeo Santiago Bernabeu contro i campioni d’Europa del Real Madrid non è bastata a portare maggiore tranquillità e serenità dalle parti di Firenze.

Ecco perché in casa viola la sosta per le Nazionali casca a pennello. Pioli avrà il tempo di valutare determinate situazioni e agire di conseguenza, con l’obiettivo di correggere i difetti della sua squadra e tornare in campo con maggiore convinzione e lucidità dopo la sosta, il 10 settembre in casa dell’Hellas Verona. Una settimana più tardi arriverà il Bologna al Franchi, quindi il primo turno infrasettimanale della nuova annata vedrà i viola opposti alla Juventus a Torino e il mese di settembre si chiuderà con l’ostica sfida casalinga contro l’Atalanta. Insomma, impegni non semplici per la squadra di Pioli, ma al contempo tutt’altro che proibitivi (escludendo probabilmente la sfida dell’Allianz Stadium con la Juventus), da affrontare con la consapevolezza che una squadra come la Fiorentina merita risultati ben diversi.