Sono passati quasi due anni dall’inizio dello stato di emergenza. Sono più di 7 mesi che Draghi è al governo. E sono 24,9 i miliardi già versati all’Italia in agosto dall’UE. Ora finalmente sembra sia pronto il calendario del PNRR con gli obiettivi entro il 2027. Grande soddisfazione da parte del Governo per l’annuncio ma intanto, qui sotto, si rimane in attesa.
Il Governo dichiara pronto il calendario del PNRR, ma cosa sta accadendo in questi giorni?
Nessuno avrebbe voluto essere Conte nel momento dello scoppio della pandemia. Tutti avrebbero voluto essere Draghi per spendere i 191 miliardi destinati all’Italia. Ma è così semplice? Assolutamente no. Gestire una somma così imponente seppur dilazionata nel tempo non è un lavoro semplice. Bisogna ponderare e direzionare ogni singolo centesimo. Al momento il Governo deve rispettare scadenze trimestrali. Infatti i primi fondi dall’UE sono arrivati ad agosto e non è più il tempo delle chiacchiere. A giugno si è verificata la prima scadenza dove si sono approvati, per esempio, decreti sulla semplificazione delle assunzioni del personale per la gestione degli appalti pubblici. A settembre si verificano le nuove scadenze invece. Il Governo si muove su alcuni decreti ministeriali tra cui nuovi impianti di gestione dei rifiuti, nuovi sistemi di monitoraggio sui rischi idrogeologici e fondi di incentivazione per l’imprenditoria femminile. Il Governo quindi deve rispettare quanto dichiarato nel PNRR, pena la sospensione dell’erogazione delle future quote di prestito riservate all’Italia.
Il documento sul tavolo dei Ministri
È un documento di 27 pagine che parla del PNRR da oggi al 2026, anno in cui arriveranno gli ultimi prestiti dall’UE. Quindi sembra ufficialmente pronto il calendario del PNRR. E sembra che già mercoledì o giovedì il fascicolo approderà sulla scrivania di quella che sarà la cabina di regia politica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo scadenzario sembra fitto e puntuale, potremmo dire in perfetto stile di chi ha avuto un ruolo importante nella BCE. Draghi evita gli inglesismi, lo chiama “itinerario 2026”. L’Europa si fida, noi facciamo il possibile.
42 riforme in 100 giorni
È questo l’obiettivo entro dicembre, entro le nuove verifiche da parte dell’UE. Senza scomodarci troppo nel pensare al 2026 già portare a casa dei buoni risultati entro la fine del 2021 non ci dispiacerebbe. Anche perché è l’unico modo per ricevere gli ulteriori versamenti dedicati a noi. In principio si trattava di 51 riforme ma 9 sembrano già sistemate. Le restanti riguardano, citando le più importanti, la giustizia, il fisco, le politiche del lavoro, università e disabili. Sembra che questo sarà il trimestre più difficile perché prevede quasi il doppio delle condizioni poi previste in ogni trimestre dal 2022.
Strada in salita in parlamento?
Le difficolta possono nascere in qualsiasi momento, questo non è da escludere. Se in parlamento dovessero innescarsi particolari battaglie i dibattiti e le approvazioni potrebbero richiedere tempi più lunghi. Al momento però nessuno sembra voler mettere i bastoni tra le ruote al Governo. L’approvazione del Green Pass obbligatorio per i lavoratori da parte di tutti ne è stata una prova nonostante le dichiarazioni esternate alle varie testate giornalistiche. Senza contare poi che questo “itinerario 2026” dovrà fare una sosta alle elezioni 2023. Meglio valutare, almeno per ora, trimestre per trimestre, sperando di vedere risultati tangibili sopratutto nel mondo del lavoro e della sanità.
La politica di Draghi resterà vincente per molto?