giovedì, Aprile 18, 2024

Il fenomeno delle migrazioni

Un fenomeno complesso e preoccupante al quale stiamo assistendo negli ultimi anni in Italia e soprattutto nelle regioni meridionali, riguarda i  numerosi sbarchi di   migranti, in particolare  di minori stranieri non accompagnati (MSNA). Ad oggi gli sbarchi sono stati molteplici e numerose sono state le strutture che si sono viste trasformare da strutture ricettive turistiche in centri di accoglienza. Di certo non possono essere definite accoglienti sistemazioni, bensì “parcheggi” a lungo termine.

Chi sono i minori stranieri non accompagnati

Si tratta di minorenni stranieri non accompagnati privi di genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro assistenza. La risoluzione del Consiglio d’Europa del 26 giugno 1997 definisce MSNA come “i cittadini di paesi terzi di età inferiore ai 18 anni che giungono nel territorio degli Stati membri non accompagnati da un adulto”.  Essi, anche se arrivati irregolarmente in Italia, sono titolari  di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con la legge n. 176/91. Nel nostro paese i MNSA godono del diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al collocamento in un luogo sicuro. Non possono essere espulsi, tranne che per motivi di ordine pubblico. Il Ministero dell’Interno ha assunto la gestione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel 2014 quando, a seguito del consistente aumento dei flussi migratori, si è registrata una crescente presenza dei MSNA sul territorio nazionale. Ne è scaturita così la necessità di ricondurre il fenomeno ad una governance centrale. In base alle norme vigenti, è stato costruito in Italia un sistema di accoglienza dedicato a tutti i minori stranieri presenti sul territorio nazionale privi di assistenza e rappresentanza legale, richiedenti la protezione internazionale e non. Il sistema è organizzato su 2 livelli:

Prima accoglienza

30 giorni per l’espletamento delle prime formalità (identificazione, eventuale avvio delle pratiche di protezione internazionale, affidamento ad un tutore ecc..);

Seconda accoglienza

sono offerti al minore servizi maggiormente specializzati e servizi di integrazione gestiti dalle autorità locali di concerto con minori stranieri non accompagnati. Sono previsti permesso di soggiorno, alloggio in un posto sicuro, tutela di un adulto, non-discriminazione, diritto alle cure mediche, diritto allo studio, diritto a lavorare secondo la normativa sul lavoro minorile.

Le strutture di accoglienza

La finalità delle strutture di accoglienza per minori è quella di accogliere bambini e adolescenti fornendo risposte tempestive e concrete ai loro bisogni di rassicurazione , formazione scolastica e lavorativa, accudimento; di favorire la loro autonomia personale e sociale . Queste finalità sarà diversamente articolata in quella di prima o seconda accoglienza, perché sono differenti le loro finalità. In prima accoglienza sono fondamentali la rassicurazione rispetto ai traumi subiti nel percorso di arrivo e la risposta ai bisogni primari (alimentazione, vestiario). Nel primo periodo il personale lavorativo all’interno delle strutture si assume  come obiettivo il benessere psicofisico del minore. Nel secondo periodo, gli educatori concentrano il loro lavoro sull’adattamento al sistema di accoglienza. Nelle  strutture di seconda accoglienza, la finalità principale è, invece, quella della autonomia personale e sociale, che si articola nel percorso scolastico, nella formazione e inserimento al lavoro, nell’integrazione sociale.

Le figure professionali presenti nei centri di accoglienza

All’interno di queste strutture diverse sono le figure professionali presenti: infermiere, assistente sociale, psicologo, operatore sociale, educatore, mediatore culturale. Il mediatore culturale svolge un ruolo chiave durante gli interventi in cui è prevista un’interlocuzione tra culture diverse, in cui i beneficiari si trovano ad approcciare con una nuova realtà diversa da quella di appartenenza. Il fine principale del ruolo del mediatore è quello di agevolare la comunicazione tra gli operatori impegnati nell’accoglienza ed i migranti, favorendo da entrambi le parti il superamento di barriere linguistico-culturali. Il mediatore deve sì valorizzare la cultura di origine del migrante, ma allo stesso tempo dovrà promuovere la cultura de nuovo contesto in cui il migrante è entrato in contatto. L’educatore, ha come strumento del proprio operare se stesso, la propria persona. L’assistente sociale è definito come quel professionista che è in grado di mettere il beneficiario nella condizione di poter esprimere i propri bisogni e consente di facilitare il rapporto con i servizi del territorio. All’interno dei centri, tale professionista, si dedica ai colloqui coi ragazzi per comprendere il loro percorso e per cercare di elaborare un progetto di aiuto. L’infermiere invece, individua  tutti quelli che sono i bisogni fondamentali di ogni persona e di saper rispondere a questi bisogni in maniera adeguata tenendo in considerazione le difficoltà comunicative che inevitabilmente ci sono, le differenze culturali, le differenze dei costumi.  Le prestazioni infermieristiche che si vanno ad attuare sono varie, dalla rilevazione dei parametri vitali alle somministrazioni terapeutiche alle medicazioni fino alla messa in atto di elementi burocratici come i collegamenti tra il centro di accoglienza e l’ASL di riferimento le visite specialistiche, l’ottenimento della tessera temporanea di permanenza, ovvero il cosiddetto STP che è la prima tessera sanitaria valida per un determinato periodo di tempo, in genere 6-7 mesi.

Quale futuro per i MSNA?

Per integrare con successo i minori stranieri  occorre accoglierli realmente e comprendere le ragioni che li hanno indotti al viaggio. Innanzitutto occorre ascoltarli e sostenerli nella realizzazione del loro progetto di vita. Necessitano di essere rassicurati e guidati. È fondamentale che ai giovani ospiti sia garantita non solo la possibilità di frequentare la scuola, ma anche quella di poter svolgere un tirocinio o uno stage formativo. Il Ministero dell’Interno, attraverso il Fondo Nazionale per l’accoglienza dei MSNA, supporta economicamente i Comuni, erogando un contributo giornaliero per l’accoglienza offerta a ciascun minore in strutture autorizzate e/o accreditate per lo specifico target o tramite l’affido familiare.

Ma fino a che punto sarà possibile sostenerli?

Maria Rossella Colace
Maria Rossella Colace
dott.ssa Maria Rossella Colace / Assistente Sociale / Vibo Valentia / Iscritta all'albo A dell'Ordine degli Assistenti Sociali della Calabria / Email: [email protected] / PEC: [email protected]

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