Il settore dei plasmaderivati in Italia rappresenta una risorsa strategica per il sistema sanitario e l’industria biofarmaceutica nazionale. Con una produzione annua dal valore stimato di circa 300 milioni di euro, il comparto coinvolge 5 aziende attive sul territorio italiano, per un totale di oltre 1.500 addetti specializzati.
Carugi (Gaef-Farmindustria): “Raccogliamo il plasma dei donatori italiani e lo trasformiamo in terapie salvavita”
A sottolineare l’importanza del comparto è stato oggi Francesco Carugi, presidente del Gruppo aziende emoderivati di Farmindustria (Gaef), durante l’evento “Science meets Humanity”, promosso da Kedrion Biopharma a Milano.
“Il valore sociale ed etico dei plasmaderivati è enorme: partiamo dal plasma donato volontariamente dagli italiani e lo trasformiamo in prodotti salvavita”, ha spiegato Carugi.
“Per rafforzare la filiera dei farmaci plasmaderivati, dobbiamo aumentare la raccolta di plasma e migliorare l’efficienza industriale, incrementando le rese e ottenendo più prodotto da ogni litro raccolto”, ha aggiunto.
La richiesta alle istituzioni: esclusione dal payback e maggiore programmazione
Carugi ha anche lanciato un appello alle istituzioni italiane:
“I plasmaderivati andrebbero esclusi dal sistema di payback. Inoltre, è fondamentale una programmazione pluriennale: serve sapere in anticipo la quantità di plasma da raccogliere per garantire l’autosufficienza nazionale e colmare le carenze del sistema attuale”.
Plasmaderivati e autosufficienza: la sfida del sistema sanitario italiano
L’Italia punta a garantire l’autosufficienza nella produzione di emoderivati, ma per farlo è necessario intensificare sia la donazione di plasma sia l’ottimizzazione dei processi industriali. Aziende come Kedrion Biopharma svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del settore, promuovendo innovazione e nuove terapie biofarmaceutiche a partire dal plasma umano.
