Un’infermiera australiana, probabilmente in cerca di notorietà, ha conquistato il web in poco tempo, facendo circolare una super fake news sui termoscanner. E cioè che questi cancellerebbero la memoria. La notizia diffusa tramite un post su facebook ha fatto in breve tempo il giro del mondo. La sua condivisione sui social è stata esponenziale. Tanto da indurre i medici a intervenire per chiarire.
Fake news sui termoscanner: qual è il parere dei medici?
Gli esperti di neuroscienze hanno spiegato che i termometri a infrarossi non emettono radiazioni, ma catturano le lunghezze d’onda dal corpo per misurare la temperatura. Pertanto più un corpo è caldo, più radiazioni emette. Di conseguenza, lo strumento misura la quantità di radiazioni infrarosse emesse dal corpo. Queste onde, una volta convogliate su lenti ottiche, vengono convertite in un segnale elettrico e attraverso un processore vengono tradotte in numeri, che l’operatore può leggere facilmente sullo schermo.
Il sito anti-bufale dell’ordine dei medici
Il sito anti-fake news della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, spega in una scheda, come i termoscanner, non danneggino in alcun modo la ghiandola pineale, che si trova nel cervello. “La persona la cui temperatura è misurata non è soggetta a radiazioni infrarosse extra”. Rassicura Rachael Krishna su Full Fact. Un ente britannico che si occupa di controllare l’attendibilità delle notizie che circolano su Internet. “La luce rossa vista su questi dispositivi è proprio questo, un fascio di luce per aiutare l’operatore a prendere correttamente la mira”.
Come stare attenti alle notizie che leggiamo
Di fake news purtroppo ne leggiamo a volontà. Quello che preoccupa però è quando, quelle informazioni che in alcuni possono suscitare un sorriso per la loro palese infondatezza, mettono le radici nelle menti di altri. Che forse per ignoranza, forse per disperazione, ci credono eccome. Ecco perchè sarebbe più giusto fare affidamento sulle informazioni certificate, provenienti da fonti affidabili. Pagine web ufficiali, e non link dai titoli impressionanti letti scorrendo la bacheca di Facebook. Peccato che, molto spesso, le notizie false vengano proprio da chi dovrebbe guidare e dare sicurezze ai cittadini: i politici. Un esempio palese di questo, è Donald Trump. Bloccato più di una volta da Twitter, segnalato da Facebook, oscurato da YouTube. Insomma, il Presidente americano, di condivisione di notizie non veritiere, se ne intende parecchio e ancora non ha imparato a filtrarle