venerdì, Aprile 19, 2024

Ex agente KGB: Trump una risorsa del governo russo

Il giornale britannico The Guardian pubblica una rivelazione shock. Secondo un ex agente del KGB, Yuri Shvets, Donald Trump sarebbe stato un osservato speciale della Russia fin dagli anni ’80. Shvets, una fonte chiave per il nuovo libro del giornalista Craig Unger intitolato “American Kompromat”, ha affermato che The Donald era la risorsa perfetta per Mosca per la propaganda anti-occidentale.

Cosa ha rivelato un ex agente del KGB?

Fin dall’inizio della sua presidenza Donald Trump è stato bersaglio dei critici che lo accusavano di essere un presidente della propaganda russa. I democratici, ma anche certi repubblicani, lo hanno sempre accusato di aver trattato Putin con i guanti di velluto. Ora, il giornale britannico The Guardian fa una rivelazione shock. Secondo una ex agente del KGB, Yuri Shvets, Trump era sotto osservazione dal governo russo fin dagli anni ’80. Shvets, una fonte chiave per il nuovo libro del giornalista Craig Unger intitolato “American Kompromat”, ha affermato che The Donald è stato una risorsa perfetta di Mosca per la loro propaganda anti-occidentale.

Shvets, corrispondente da Washington per l’agenzia di stampa Tass negli anni ’80, paragona l’ex presidente americano ai “Cambridge Five”, un gruppo di spionaggio britannico che ha passato segreti a Mosca durante la Seconda guerra mondiale e l’inizio della Guerra Fredda. L’ex agente, ora 67enne, si è trasferito definitivamente negli USA nel 1993 riuscendo ad ottenere anche la cittadinanza. Lavora come investigatore nella sicurezza aziendale ed è stato partner di Alexander Letvinenko, l’ex agente assassinato a Londra nel 2006. Shvets, parlando del suo lavoro, ha affermato al quotidiano britannico: “Questo è un esempio di come le persone siano state reclutate quando erano solo studenti e poi abbiano raggiunto posizioni importanti; qualcosa del genere stava accadendo con Trump”.

Ex agente KGB: Trump attirò l’attenzione di Mosca nel 1977

Secondo l’ex agente Trump avrebbe attirato l’attenzione di Mosca nel 1977, quando sposò la modella ceca Ivana Zelnickova. Trump diventò l’obbiettivo di un’operazione di spionaggio supervisionata dai servizi di Intelligence cecoslovacca in collaborazione con il KGB. Tre anni dopo The Donald aprì il Grand Hyatt New York Hotel, vicino alla stazione centrale, e comprò 200 televisori per l’albergo da Semyon Kislin, un emigrato sovietico, co-proprietario della Joy-Lud, un negozio di elettronica sulla Quinta Strada. Secondo Shvets, Joy Lud era controllata dal Kgb e Kislin era un suo agente. Tuttavia Kislin nega di aver avuto dei rapporti con il KGB.

Poi nel 1987 Trump e sua moglie fecero un viaggio a Mosca e San Pietroburgo, dove fu accolto da agenti segreti sotto copertura che lo riempirono di attenzioni e lo incitarono ad entrare in politica. Shvets ha dichiarato: “Il Kgb aveva raccolto molte informazioni sulla sua personalità. La sensazione era che fosse estremamente vulnerabile intellettualmente e psicologicamente, e sensibile all’adulazione. Così decisero di adularlo affermando di essere rimasti colpiti dalla sia personalità e che un giorno sarebbe potuto diventare presidente degli USA”.

Trump pensa alla sua prima candidatura

Dopo essere rientrato negli States, Trump ha iniziato a pensare ad una sua candidatura per il partito repubblicano. Il 1° settembre ha pubblicato un annuncio a tutta pagina sul New York Times, Washington Post e Boston Globe. L’annuncio offriva alcune opinioni altamente non ortodosse sull’America della Guerra Fredda di Ronald Reagan. Accusava il Giappone di sfruttare gli USA ed esprimeva scettiscismo sulla partecipazione degli USA alla NATO. Trump, nell’articolo, sottolineava che gli USA non dovevano più spendere i soldi per difendere gli altri paesi. L’articolo di Trump venne accolto con festa in Russia. Anche la vittoria del 2016 del tycoon venne accolta con favore da Mosca.

Unger: Trump era l’obiettivo perfetto

Unger, autore di sette libri e ex collaboratore di Vanity Fair, ha detto al Guardian: “Trump era una risorsa ma non c’era nessun grande e ingegnoso piano per farlo diventare presidente. Quando tutto cominciò, intorno al 1980, i russi tentavano di reclutare a destra e manca, andavano dietro a tantissime persone. Trump era l’obiettivo perfetto sotto tanti aspetti: la sua vanità, il suo narcisismo lo rendevano un obiettivo naturale”.


Leggi anche: Il rapporto bipartisan del Senato collega la campagna di Trump con la Russia

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