Riprendono, dopo mesi di cessate il fuoco, i combattimenti nella regione del Tigray, in Etiopia. I combattimenti hanno causato lo sfollamento di milioni di persone, ucciso migliaia di civili e portato alla carestia diverse parti dell’Etiopia.
Riprendono i combattimenti nel Tigray in Etiopia
Dopo cinque mesi di cessate il fuoco sono ripresi i combattimenti in Etiopia tra le forze ribelli della regione settentrionale dei Tigray e le forze del governo centrale. A riferire la notizia sono i residenti della città di Kobo e il portavoce delle forze del Tigray. Tigray Television, un media controllato dallo stato del Tigray, ha riferito: “Le forze etiopi insieme alle forze speciali e alle milizie Amhara hanno iniziato un attacco su larga scala intorno alle 5 del mattino”.
La ripresa dei combattimenti segna la fine del cessate il fuoco iniziato a marzo e rappresenta un duro colpo per i tentativi di avviare colloqui di pace tra il governo del primo ministro Abiy Ahmed e il Fronte di liberazione popolare del Tigray, il partito che controlla il Tigray. Il conflitto nella regione settentrionale dell’Etiopia prosegue da ormai quasi due anni. I combattimenti hanno causato lo sfollamento di milioni di persone, ucciso migliaia di civili e portato alla carestia alcune parti della regione. Il Tigray è rimasto senza servizi bancari e telefonici da quando l’esercito federale si è ritirato alla fine di giugno. Le importazioni di carburante sono limitate, e questo rende difficile la distribuzione degli aiuti.
Il conflitto tra il governo e i ribelli nel Tigray si può definire forse il peggiore di tutto il mondo. 6 milioni di persone sono tagliate fuori da tutto e il mondo guarda inerme. Il direttore generale dell’OMS, Tedors Ghebreyesus, ha lanciato un’accusa contro l’immobilità del leader mondiali contro questa “crudeltà”. Ghebreyesus ha sottolineato che gli aiuti sono insufficienti, la popolazione non ha accesso alle medicine e alle telecomunicazioni, non ha il cibo e le è anche impedito di uscire dalla regione.
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