Un raid aereo nella regione del Tigray, Etiopia, ha causato almeno sette vittime, tra cui dei bambini. Le forze de Tigray accusano il governo federale. Ma il quest’ultimo afferma di aver colpito siti militari e di non aver causato vittime civili.
Etiopia: raid aereo nella regione del Tigray
Un raid aereo a Mekelle, nella regione del Tigray, ha ucciso almeno sette persone. Secondo quanto riferito dai funzionari, tra le vittime ci sarebbero anche tre bambini. Tuttavia, un portavoce del governo federale ha negato che ci siano vittime civili. La Tigray Television, controllata dalle autorità regionali, ha accusato il governo federale dell’attacco. La TV ha citato testimoni che affermano che l’asilo Red Kids Paradise è stato colpito durante l’attacco. Ha mandato in onda immagini grafiche di bambini e adulti con corpi smembrati. Dal canto suo, il governo federale ha negato le accuse e ha affermato che l’aviazione ha preso di mira soltanto i siti militari. Ha anche accusato le Forze del Fronte di Liberazione del popolo di Tigray (TPLF) di inscenare le morti civili. I funzionari del Tigray hanno definito l’attacco aereo “un assalto spietato e sadico”.
L’attacco aereo è avvenuto due giorni dopo il nuovo scoppio dei combattimenti tra il governo nazionale e le forze del Tigray al confine tra le regioni del Tigray e dell’Amhara, che hanno rotto il cessate il fuoco. La guerra è scoppiata nel 2020 e da allora milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case, la maggior parte della popolazione del Tigray vive in condizioni di carestia e migliaia di civili sono stati uccisi. A causa dei combattimenti, gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere la regione del Tigray, e proprio per questo c’è carenza di cibo, carburante e altri beni essenziali.
Leggi anche: Etiopia: riprendono i combattimenti nel Tigray